Le adolescenti europee arruolatesi nell’Isis vogliono tornare a casa
Samra Kesinovic e Sabina Selimovic hanno, rispettivamente, 17 e 15 anni. Le due giovani sono di origine bosniaca, ma insieme alle rispettive famiglia hanno vissuto gran parte della loro vita a Vienna. Poi il 10 aprile 2014 sono semplicemente scomparse, lasciando dietro di sé soltanto un biglietto: "Inutile cercarci: ci vediamo in paradiso… serviremo Allah e moriremo per lui". Le due adolescenti avevano cominciato a frequentare da poco alcune moschee nella stessa capitale austriaca, dove probabilmente hanno trovato i contatti che le hanno poi condotte in Siria a combattere e sostenere l'Isis. Sono seguite foto postate sui loro profili twitter che le ritraevano con il niqab, mentre dei guerriglieri islamici brandivano i kalašnikov in direzione dell'obiettivo. Messaggi di entusiasmo, da parte delle due adolescenti, che sembravano confermare la loro scelta.
Poi il desiderio di tornare in Europa. Samra e Sabina, giunte in Siria, si pensa si siano sposate con guerriglieri curdi jihadisti e che ora siano incinte. Al momento si troverebbero a Raqqa, città al nord della Siria e ‘capitale’ dell'autoproclamatosi Stato Islamico. Secondo il giornale austriaco Oesterreich le ragazze avrebbero provato a contattare le rispettive famiglie per poter tornare a Vienna. Una possibilità, quella del rientro, alquanto remota, dato che sull'argomento si è espresso il Ministero degli Interni austriaco attraverso il portavoce Karl-Heinz Grundboeck, che ha chiarito che "una volta partiti, è quasi impossibile tornare" nel paese. Porte chiuse, dunque, ma la questione resta complessa e ha implicazioni anche nelle strategie di propaganda.
Una delle due ragazze era data per morta a metà settembre. I giornali hanno poi smentito dopo un messaggio via Whatsapp inviato dalle giovani agli amici europei. La paura di emulazione è cresciuta tra gli stati europei, che hanno visto Samra e Sabina diventare un manifesto femminile per la jihad. Sono dozzine le donne che partono dagli stati occidentali per arruolarsi nella guerra santa al fianco dell'Isis o di altri gruppi jihadisti.