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Salvini vuole Giulia Bongiorno presidente del Senato, ma l’avvocato non piace a Berlusconi

L’avvocato Giulia Bongiorno, eletta nelle file della Lega, sarebbe uno dei nomi caldeggiati da Matteo Salvini per la presidenza del Senato. Bongiorno, però, non andrebbe molto a genio all’alleato Silvio Berlusconi, che in passato ha avuto numerosi screzi con l’allora deputata finiana in merito ad alcune riforme della Giustizia volute dall’ex cavaliere e bloccate in commissione.
A cura di Charlotte Matteini
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Giulia Bongiorno potrebbe essere il prossimo presidente del Senato. Il suo nome sta circolando insistentemente negli ultimi giorni, ma pare non andare troppo a genio a Silvio Berlusconi per via di alcune vicissitudini pregresse. Bongiorno – 51enne avvocato di grido, celebre per aver difeso Giulio Andreotti nel processo per mafia durato dal 1993 al 2004 e Raffaele Solletico nel processo per l'omicidio di Meredith Kercher ed eletta nelle file della Lega – in passato è già stata parlamentare di centrodestra e sarebbe in buoni rapporti con molti forzisti, ad esempio con l'avvocato Nicolò Ghedini, braccio destro di Berlusconi che difese nell'ambito del procedimento Ruby Ter. Come racconta Repubblica, l'astio con il leader di Forza Italia, però, risale ad anni fa, in particolare agli anni del quarto governo Berlusconi (2008-2011, l'esecutivo che terminò anzitempo per lasciare spazio al governo tecnico di Mario Monti). Nel 2006 venne eletta alla Camera nelle file di Alleanza Nazionale, nel 2008 passò all'allora Pdl ma poi seguì Gianfranco Fini in Futuro e Libertà quando l'ex presidente della Camera decise di rompere con Silvio Berlusconi.

Proprio in quegli anni i rapporti tra Bongiorno e Berlusconi si deteriorarono: la deputata finiana, presidente della commissione Giustizia della Camera, contrastò incessantemente molte riforme volute dall'allora cavaliere. "Toglietemela dai piedi, non la voglio vedere", disse a più riprese Berlusconi in quel periodo, soprattutto dopo che Bongiorno fece saltare la cosiddetta "legge blocca processi", che conteneva una norma per fermare i procedimenti minori e mandare avanti quelli più gravi, norma ideata proprio dall'avvocato Ghedini. Proseguendo, Bongiorno fece poi saltare anche la riforma delle intercettazioni, il cosiddetto bavaglio alla stampa che il cavaliere cercò di far approvare in ogni modo per escludere la pubblicazione delle intercettazioni relative a processi per corruzione.

"Vorrei che Berlusconi non mi chiamasse avvocatessa e invece chiedesse all'avvocato Ghedini se quella arrivata in commissione era la riforma della giustizia. Quelle che mi sono state sottoposte sono solo proposte indecenti: dal cancellare le intercettazioni, al processo brevissimo; caro Cavaliere io ho detto no alle sue proposte indecenti e sono orgogliosa e fiera di non aver fatto distruggere la giustizia", dichiarò nel 2013 Bongiorno nell'ambito di una famigerata conferenza stampa. Da quel momento, i rapporti tra Berlusconi e Bongiorno pare non si siano mai appianati ed è per questo che il leader di Forza Italia vede come fumo negli occhi la sua candidatura a presidente del Senato, caldeggiata dall'alleato Matteo Salvini.

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