Salvini indagato, Bonafede contro il ministro: “Non ci faccia tornare alla seconda Repubblica”
Non sono piaciute a tutto il governo le parole di Matteo Salvini, ministro dell’Interno, contro la magistratura. Oggi Salvini ha ricevuto la lettera in cui gli è stato comunicato di essere indagato per sequestro di persona aggravato per il caso della nave Diciotti. Ma contro di lui arriva la reazione del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che sembra schierarsi al fianco della magistratura. Finora è l’unica reazione alle parole di Salvini tra i Cinque Stelle che con il leader della Lega sono al governo. “Il ministro – è il pensiero di Bonafede riportato dall’Ansa – può ritenere che un magistrato sbagli ma rievocare toghe di destra e di sinistra è fuori dal tempo. Non credo che Salvini abbia nostalgia di quando la Lega governava con Berlusconi. Chi sta scrivendo il cambiamento non può pensare di far ritornare l'Italia nella Seconda Repubblica”. Salvini oggi ha più volte attaccato la magistratura, dicendo – questa la sua linea – che lui è stato eletto al contrario dei giudici.
Il ddl anticorruzione
Bonafede, intervistato da Zapping, su Radio Uno, si sofferma anche su un’altra questione che lo riguarda da vicino, quello del ddl anticorruzione: “Ci tengo a dire che il governo è stato compatto nel portare avanti la legge spazza corrotti. Io trovo un alleato di governo assolutamente determinato nella lotta alla corruzione”. Secondo il ministro della Giustizia “non c’è nessun rischio” che ci siano più indagati, “se non chi si è macchiato di reati di corruzione”.
Tra le altre norme inserite nel ddl anticorruzione c’è anche una “norma che punta a rendere trasparenti le donazioni fatte ai partiti e alle fondazioni riconducibili ai partiti. Non siamo in un settore strettamente legato alla corruzione, ma siamo intervenuti in un settore che aveva portato a un'opacità nel finanziamento ai partiti che poteva dar vita a legami corruttivi”. In ogni caso, secondo Bonafede “migliorare il testo è sempre possibile, ma da ieri il Paese ha intrapreso una nuova strada: daspo ai corrotti, agente sotto copertura, pentiti della corruzione, confisca dei beni anche se reati prescritti e l’accoglimento di quelle raccomandazione internazionali rimaste finora lettera morta”.