Salvini ‘giura’ da premier in piazza su Costituzione e vangelo: “Sarò fedele al mio popolo”
Nella giornata degli scontri in piazza a Milano, il leader della Lega Matteo Salvini tiene il suo comizio in piazza Duomo e inscena un giuramento alla Repubblica, come se fosse stato già nominato presidente del Consiglio dal Quirinale. “Mi impegno e giuro di essere fedele al mio popolo, a 60 milioni di italiani, di servirlo con onestà e coraggio, giuro di applicare davvero la Costituzione italiana, da molti ignorata, e giuro di farlo rispettando gli insegnamenti contenuti in questo sacro Vangelo. Io lo giuro, giurate insieme a me? Grazie, andiamo a governare e a riprenderci questo Paese”, conclude il suo comizio Salvini fingendo di giurare sulla Costituzione ma anche sul vangelo, entrambi mostrati ai suoi sostenitori.
“Oggi – aggiunge Salvini – cominciamo dieci anni di costruzione, di bellezza, di rispetto e di onestà, da Nord a Sud, ed è quello che mi porto nel cuore”. Non solo, perché il segretario della Lega si è presentato in piazza Duomo anche con un rosario, mostrato durante il comizio e dicendo: “Gli ultimi saranno i primi. Me lo ha regalato un don – dice riferendosi al rosario – fatto da una donna che combatte in strada, e non lo mollo più”.
Parlando delle elezioni politiche Salvini afferma: “Il 4 marzo o si vince o si muore, o si cambia adesso o non si cambia più. Chi non sceglie fa si che per i suoi figli scelgano altri, chi non sceglie non punisce il politico disonesto, punisce se stesso, chi non sceglie fa valere doppio il voto dei mafiosi”, dice ancora appellandosi a chi pensa di astenersi.
“Non mi basta il voto – continua – ma mi serve qualcosa di più, la vostra fiducia. Io vi chiedo di fidarmi di me perché io mi fido di voi. E chi è in questo palco non tradisce. Sono in mezzo a voi per servirvi, non per servirmi di voi come altri hanno fatto”. E il leader della Lega si dice certo che il suo partito sarà il primo del centrodestra: “Sarà il primo partito e sarà garanzia di lealtà, coerenza e coraggio. Noi non tradiamo mai e poi mai governeremo con chi non fa parte della nostra coalizione”.
Salvini dice che il suo ufficio da presidente del Consiglio sarà tutta l’Italia, “da Trento a Lampedusa, tutti i giorni”, in caso di vittoria elettorale. Affermazione che il leader del Carroccio spiega facendo riferimento a Renzi, “caduto perché ha tradito e si è chiuso nel suo palazzo circondato dalla sua arroganza”. Infine, Salvini parla della manifestazione antifascista andata in scena nella Capitale: “A Roma c’è un'altra piazza con gente che non la pensa come me ma a cui va il mio saluto e il rispetto. Il bello di piazza Duomo è che noi stiamo proponendo ai nostri figli un'idea di futuro, in altre piazze si propone un ritorno al passato che porta solo rabbia”. Alla manifestazione non era presente il presidente uscente della regione Lombardia, Roberto Maroni, comunque elogiato dal palco dal segretario della Lega.