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Respinta la mozione di sfiducia contro la Boschi. Lei: “Mio padre persona per bene”

La larga maggioranza dei deputati ha votato contro la sfiducia al Ministro delle Riforme.
A cura di Redazione
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Ore 13.45 – La mozione di sfiducia verso il ministro Boschi è stata respinta. I deputati hanno votato a larga maggioranza no alla mozione presentata dal Movimento 5 Stelle: i favorevoli sono stati 129, i contrari 373. A favore hanno votato M5s, Si-Sel, Lega Nord, Fdi-An. Contrari Pd, Area popolare, Conservatori e riformisti, Ala, Scelta civica, Pi-Cd, Psi, minoranze linguistiche. Forza italia non ha partecipato al voto.

Ore 12:05 – Comincia il voto con appello nominale sulla mozione di sfiducia individuale nei confronti di Maria Elena Boschi.

Ore 11:55 – Rosato (PD): "Tutto fatto al di sopra di ogni sospetto, la Boschi non ha nemmeno partecipato alle riunioni dell'esecutivo sull'argomento". Il capogruppo alla Camera, spiega: "Abbiamo salvato un milione di correntisti senza mettere risorse pubbliche, l'alternativa sarebbe stata il disastro del settore bancario. Noi non lasciamo indietro nessuno".

Ore 11:45 – Parla Alessandro Di Battista e accusa in maniera durissima il Governo Renzi e il ministro per i Rapporti col Parlamento Maria Elena Boschi: "Nonostante tracolli azionari e fallimenti, Boschi padre è stato promosso un mese dopo la nomina a ministro della figlia. Non prenderete più in giro il popolo da quando ci siamo noi del Movimento 5 Stelle! Tutto il Governo Renzi è in conflitto di interessi quando si parla di banche, come lo sono tutti i politici italiani. E dovete ringraziare Bankitalia che non controlla! Siete degli ipocriti, perché il ministro Boschi ha un conflitto di interessi grande come una banca. Un ministro deve essere al di sopra di ogni sospetto e la Boschi non lo è".

UPDATE ore 10.30 – Maria Elena Boschi sta replicando in aula alla mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle. Il Ministro ha difeso il padre e ricordato: "Mio padre è stato destituito dal suo incarico dal governo, è stato sanzionato dalla Banca d'Italia: nei suoi confronti non c'è stato nessun favoritismo". Poi la Boschi ha aggiunto: "Lasciate dire con il cuore. Io amo mio padre e non mi vergogno a dirlo. Mio padre è una persona perbene e sono fiera di lui e sono fiera di essere la prima della famiglia ad essersi laureata. Spero se un giorno avrò la fortuna di essere madre che i miei figli siano orgogliosi del loro padre quanto io lo sono del mio", ha sottolineato. La Boschi ha continuato: "Non è mia intenzione esprimere valutazioni sulla campagna in atto contro la mia famiglia e contro il governo. C'è stato favoritismo, una corsia preferenziale? Questo è il quesito che viene posto. Se la risposta fosse sì, sarei io la prima a ritenere necessarie le mie dimissioni". Poi ha aggiunto: "Chi sbaglia deve pagare, chiunque sia. Se mio padre ha sbagliato deve pagare. Su questo non ho dubbi perché nell’Italia che stiamo costruendo non c’è spazio per i favoritismi".

Entrando nello specifico il Ministro delle Riforme spiega: "Io posseggo, anzi possedevo, 1.557 azioni di Banca Etruria, per un valore totale di 1500 euro. Oggi equivalgono zero e sono carta straccia. Anche altri in famiglia hanno piccoli pacchetti. Mio padre possedeva 7.550 azioni". "Trovo suggestivo – ha proseguito – sentire che con un pacchetto di 1.557 azioni io fossi la proprietaria della banca o che lo fosse la mia famiglia. Dire che la Banca Etruria è la banca della famiglia Boschi è suggestivo, ma non corrisponde alla verità dei fatti". Accanto al ministro anche altri esponenti del governo, tra cui Graziano Delrio, Marianna Madia, Andrea Orlando.

E' il giorno della verità per Maria Elena Boschi, ministro delle riforme del Governo Renzi accusato di conflitto di interessi nella vicenda del salvataggio di Banca Etruria, di cui suo padre è vice presidente. Alle 9 di stamattina a Montecitorio è iniziata la discussione sulla mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle, che ha trovato il sostegno di Lega e Sinistra Italiana, mentre Forza Italia ha dichiarato che si asterrà. A giudizio dei firmatari il ministro Boschi sarebbe protagonista di un palese caso di conflitto di interessi: il cosiddetto decreto "salvabanche", infatti, ha elargito fondi anche a Banca Etruria, istituto di credito di cui il padre della donna è stato in passato vice presidente. Il Partito Democratico e tutti gli alleati di governo hanno fatto quadrato intorno alla Boschi, che è presente in aula e sembra ostentare una certa sicurezza. Il Presidente del Consiglio Renzi non è presente perché impegnato a Bruxelles per il consiglio Ue, ma ieri ha detto la sua sul caso spiegando che "il dibattito non sta né in cielo né in terra". Il premier è convinto che la demagogia "non paga né per il paese né in termini di voti" ed è impegnato a voltare pagina dall'assedio politico-mediatico sul caso banche.

Il documento di sfiducia verrà esposto da Davide Crippa, secondo cui in Banca Etruria non avrebbero avuto ruoli influenti solo il padre del Ministro ma anche altri parenti, tanto da definire l'istituto una "banca di famiglia". La difesa della ministra, invece, è affidata al democratico Andrea De Maria.

In generale il Partito Democratico sembra certo che il ministro non verrà sfiduciato, mentre la Boschi da giorni appare per nulla preoccupata per l'esito del voto. Stamattina, in replica al dibattito generale, tenterà di dimostrare che l'accusa di conflitto di interessi per il decreto salva-banche è assurda. Un dirigente del PD infatti spiega a Rai News:"A differenza di altri casi, come Cancellieri e Lupi per Maria Elena non c'è niente, né un orologio né un'intercettazione. E' tutta una strumentalizzazione politica contro il governo che finirà in niente ma che comunque renderà la giornata una brutta giornata".

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