"Sono molto contento perché posso tornare al salone, la decisione di non venire per me era molto amara ma anche l'unica possibile. Credo che il clima e le prese di posizione di tanti e tante in questi giorni abbiano contribuito a l'esito di questa vicenda e spero che servano a non normalizzare più in futuro la presenza dei fascisti in questi contesti. Meno male che per una volta ci portiamo a casa qualcosa", così Zerocalcare a Fanpage.it dopo la notizia dell'esclusione della casa editrice legata a CasaPound Altaforte. Il disegnatore romano, noto per il suo impegno antifascista e in tante cause politiche e sociali, parteciperà così agli incontri del cartellone e incontrerà il suo pubblico durante le ormai famose sessioni di dediche allo stand del suo editore Bao Publishing. Dopo le dimissioni di Christian Raimo, e la scelta di molti autori di disertare gli incontri (tra cui Tomaso Montanari, Carlo Ginsburg, Francesca Mannocchia e il collettivo Wu Ming), dopo le dure prese di posizioni anche internazionali (come quella del Museo di Auschwitz) e le annunciate proteste e mobilitazioni antifasciste di chi sarebbe comunque stato presente, il Salone del Libro ha fatto marcia indietro.
Regione Piemonte e Comune di Torino hanno chiesto ufficialmente all'organismo "Torino, la città del libro", al Circolo dei lettori e al Comitato di indirizzo del Salone del libro di escludere la casa editrice, richiesta che è stata accolta. "Questo alla luce della situazione che si è venuta a creare, che rende impossibile lo svolgimento della lezione agli studenti di Halina Birenbaum, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, e alla forti criticità e preoccupazioni espresse dagli espositori in relazione alla presenza e al posizionamento dello stand di Altaforte – così in una nota congiunta scrivono in un comunicato congiunto Sergio Chiamparino e Chiara Appendino, governatore della regione e sindaca del capoluogo – È necessario tutelare il Salone del Libro, la sua immagine, la sua impronta democratica e il sereno svolgimento di una manifestazione seguita da molte decine di migliaia di persone".
"È una richiesta assurda, abbiamo pagato lo stand e siamo giustamente al Salone del Libro. Se dovessero rescindere il contratto, faremo causa. E, ovviamente, la vinceremo." on so perché è stata fatta questa richiesta. Non siamo né razzisti né antisemiti e vogliamo confrontarci con gli altri", ha detto Francesco Polacchi, dirigente di CasaPound e titolare di Altaforte.