Saggi: accordo trovato sulla riduzione del numero dei parlamentari
Tra due giorni i dieci saggi nominati da Napolitano saranno chiamati a presentare al Capo dello Stato le proposte per le riforme di cui dovrebbe farsi carico il Governo: sei di loro stanno discutendo di temi economici – come liberalizzazioni e rimodulazione del Welfare e del fisco – ma l'attenzione è puntata sugli altri quattro che dovranno occuparsi delle riforme istituzionali, con una particolare attenzione nei confronti di regolamenti parlamentari, taglio dei costi della politica, legge elettorale e "forma di governo". A quanto pare, sui primi due punti l'intesa tra Onida, Violante (Pd), Quagliariello (Pdl) e Mauro (Sc) sarebbe stata raggiunta, mentre ci sarebbe ancora qualche riserva sugli altri due.
Il nodo principale resta la legge elettorale. Dal Pd e dal Pdl parlano di accordo fatto. Ma,secondo fonti parlamentari, ci sarebbero riserve da parte del presidente emerito della Consulta, Onida, e del montiano Mauro, anche se i diretti interessati non confermano. Punto fermo è che i quattro saggi non presenteranno un articolato di legge ma si fermeranno ad una enunciazione di principi. Il primo, sul quale concordano tutti, è che "il Porcellum va cambiato". Poi ci saranno il "principio di governabilità" e "il principio di libera scelta del cittadino". Il premio di maggioranza dovrebbe essere confermato, mentre potrebbero tornare le preferenze
Sul taglio dei costi della politica l'accordo sarebbe stato trovato: ulteriore sforbiciata del 30% dei rimborsi elettorali per i partiti , che non prenderanno più i soldi a pioggia ma solo con con i documenti giustificativi, ricevendo solo quanto veramente speso. Si dovrebbe anche ridurre il numero dei parlamentari: si cambieranno i criteri di rappresentatività alla Camera (un deputato ogni 120mila elettori). I deputati passerebbero così da 630 a 470. In più il Senato verrebbe sostituito dalla Camera delle Regioni i cui membri saranno indicati dai consigli regionali che li pagheranno con l'attuale stipendio. Con il taglio di 315 senatori a carico dello Stato i parlamentari passerebbero dunque da 945 a 470. Accordo anche sulla riforma dei regolamenti parlamentari: più poteri per governo e maggioranza con tempi certi per l'approvazione delle leggi bilanciati da uno Statuto dell'opposizione. Sulla forma di governo Quagliariello vuole il semipresidenzialismo caro a Berlusconi mentre gli altri tre saggi spingono per un rafforzamento dei poteri del premier.