Russiagate, l’ex capo della Cia: “Mosca interferì senza pudore nelle Presidenziali Usa”
"La Russia ha interferito senza pudore nelle ultime elezioni presidenziali degli Stati Uniti in cui è stato eletto Donald Trump". Non ha usato mezzi termini John O. Brennan, ex capo della Cia, nel corso di una audizione parlamentare in cui è stato sentito come persona informata sui fatti in relazione a quello che è stato ribattezzato dalla stampa mondiale "Russiagate". Brennan, inoltre, ha sottolineato come abbia a suo tempo informato la presidenza e otto alti esponenti del Congresso della possibilità che Mosca potesse influenzare il voto dei cittadini americani.
Brennan ha raccontato davanti alla Camera statunitense che fu il primo dirigente americano a contattare i russi per le loro interferenze nelle elezioni Usa e che chiamò il capo dei servizi segreti di Mosca, l'Fsb, ammonendolo che se avessero continuato le loro azioni si sarebbero ritorte contro impedendo un miglioramento delle relazioni. Il capo degli 007 russi, ha continuato, gli rispose negando qualsiasi coinvolgimento e promettendo che avrebbe risolto la questione direttamente con Vladimir Putin.
Ma soprattutto, l'ex numero uno della Cia ha anche affermato che, se fossero confermate le notizie date dai media statunitensi circa una condivisione di informazioni riservate avvenuta da parte di Trump con il ministro degli russo, Esteri Lavrov, il presidente potrebbe aver violato i protocolli dell'Intelligence. Una eventualità pericolosa, che potrebbe far rischiare all'inquilino della Casa Bianca l'impeachment, cioè la messa in stato di accusa per illeciti con conseguente rimozione dall'incarico.