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Russia, nuova legge varata da Putin: vietato parlare di omosessualità

Fino a 15 mila euro di multa a chi sarà sorpreso a fare “propaganda” omosessuale pubblica. Contestazioni a Mosca finite con le manette per alcuni attivisti. Putin: “Ho il dovere di occuparmi dei diritti delle coppie che generano prole”
A cura di Davide Falcioni
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Vladimir Putin

Mentre nel Regno Unito è in discussione l'iter legislativo che autorizza le nozze omosessuali,  in Russia la situazione è esattamente l'opposta. Con una maggioranza pressoché assoluta il parlamento ha approvato ieri un provvedimento agghiacciante: il divieto di "propaganda omosessuale". Da ora in poi, dunque, sarà vietato persino parlare in pubblico delle speranze e degli amori dei cittadini gay. La pena? Una multa che potrà arrivare a 15 mila euro, che colpirà chiunque sia considerato da un giudice responsabile di "propaganda": dai singoli cittadini alle organizzazioni per i diritti civile alle quali, di fatto, sarà impossibile manifestare pubblicamente. I primi effetti sono già visibili: i contestatori che ieri hanno manifestato davanti alla Duma il vergognoso provvedimento voluto da Putin sono stati severamente puniti e, una trentina di loro, condotti in carcere tra le offese e gli scherni dei soliti ortodossi. gli stessi che hanno esultato per lincarcerazione delle Pussy Riot.

Il provvedimento legislativo votato ieri  non è che il "figlio" di un vecchia legge voluta da Stalin nel 1934, che puniva con 5 anni di carcere il reato di omosessualità. Quella legge è stata cancellata soltanto nel 1993, ma gli strascichi sono ancora evidenti: non a caso  il 65 percento dei russi è d'accordo con la decisione del Parlamento di punire la propaganda gay. E c'è di peggio: due terzi della popolazione ritiene che l'omosessualità sia una malattia e condivide la recente decisione dell'esercito di radiare ogni "sospetto omosessuale" dal servizio militare. E sulla questione in passato si era espresso anche Putin, la cui dichiarazione non lasciò spazio ad interpretazioni: "La Russia ha un problema demografico, io ho il dovere di occuparmi dei diritti delle coppie che generano prole".

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