Rosi Mauro non molla: Non vedo perché dovrei dimettermi
AGGIORNAMENTO ORE 21:30 – Maroni infiamma Bergamo: Belsito sarà espulso dalla Lega e visto che Rosy Mauro non vuole dimettersi nonostante la richiesta di Bossi, vedremo di "farla dimettere noi". E' questo in sostanza il pensiero di Roberto Maroni nella giornata dell'orgoglio leghista a Bergamo. Un attacco durissimo alla classe dirigente del Carroccio che non ha risparmiato neanche i figli del Senatur, "bisogna premiare il merito dei nostri giovani" e che ha infiammato la folla, che ha letteralmente acclamato l'ex ministro dell'Interno alla guida del partito. Diverso il clima durante il discorso di Bossi, pur applaudito inizialmente, ma incapace di andare oltre la "teoria del complotto" ordita da chissà quale potere occulto e sostanzialmente ascoltato tra imbarazzo e silenzio dai militanti.
AGGIORNAMENTO ORE 19:30 – Rosi Mauro non si dimette: Non vedo perché dovrei dimettermi. Con queste parole l'attuale vice-presidente del Senato, Rosy Mauro, ha spazzato via le voci che la volevano pronta a rinunciare al suo incarico in relazione alle arcinote vicende che hanno travolto il gruppo dirigente della Lega Nord. Rosy "la nera", come viene definita più volte nelle intercettazioni telefoniche fra Francesco Belsito e la segretaria particolare di Umberto Bossi, ha dunque tutta l'intenzione di rimanere al suo posto e ha anzi annunciato durante la registrazione della puntata di Porta a Porta, la volontà di parlare in Senato e "chiarire la sua posizione".
La posizione scomoda della senatrice- I documenti che hanno in mano i magistrati di Milano, Napoli e Reggio Calabria getterebbero delle pesanti ombre sul vicepresidente del Senato. Dalle intercettazioni e dai documenti raccolti emergerebbero delle presunte dazioni di denaro nei suoi confronti. In una conversazione intercettata dagli inquirenti lo scorso 7 febbraio, l'ex tesoriere Francesco Belsito rivela alla segretaria amministrativa Dagrada: "Sai quanto gli ho dato l'altro giorno alla nera? (a Rosi Mauro N.d.R.) 29.142 in franchi… vuoi che ti dica tutti gli altri di prima?". E la Dagrada, interrogata dai magistrati all'indomani delle perquisizioni in via Bellerio, ha parlato di "3 lauree pagate con i soldi della Lega". Nello specifico, Belsito avrebbe tirato fuori "120 mila euro, prelevati dalle casse della Lega" per gli studi della Mauro, ma anche per quelli del suo compagno Pier Moscagiuro. E al sindacato padano della senatrice sarebbero arrivati anche 200-300 mila euro.
Le pressioni dei colonnelli leghisti- Roberto Maroni vuole chiudere i conti col passato e rilanciare la "Lega degli onesti". Oggi, su facebook, l'ex Ministro dell'Interno ha commentato una vignetta di Giannelli sulle dimissioni di Renzo Bossi scrivendo: "La vignetta del Corriere di oggi, Giannelli è un mito. Primo atto delle pulizie di primavera, ma non basta di certo. Adesso avanti tutta!!!". Le pulizie, insomma, devono continuare e non è un mistero che Maroni si riferisca proprio a Rosi Mauro. Se poi aggiungiamo che anche Roberto Calderoli ha chiesto un passo indietro al vicepresidente del Senato, sembra chiaro che su quella poltrona la senatrice non potrà durare a lungo.