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Vuole comprare l’acqua all’aeroporto di Fiumicino, ma non gliela vendono perché è russa

L’episodio è avvenuto all’aeroporto di Fiumicino. Una ragazza russa che vive in Italia da dieci anni non ha potuto acquistare una bottiglietta d’acqua al duty free: “Hai passaporto russo, non possiamo venderti niente”.
A cura di Enrico Tata
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Vuole comprare una bottiglietta d'acqua in un negozio del Terminal 1 dell'aeroporto di Fiumicino, ma le commesse si rifiutano di vendergliela. Il motivo? Ha il passaporto russo. La ragazza, di nazionalità russa ma residente da dieci anni nella Capitale, ha denunciato il fatto con un video pubblicato su Instagram e Aeroporti di Roma si è scusata ufficialmente attraverso una nota diffusa nella tarda mattinata di oggi.

"Mi chiamo Anna, sono russa e sono insegnante di russo in Italia. Il 18 febbraio ero a Fiumicino per prendere un volo per Yerevan, la Capitale dell'Armenia. Ho deciso di comprare una bottiglietta d'acqua in un duty free del Terminal 1 dell'Aeroporto Leonardo Da Vinci perché avevo sete. Alla cassa, una ragazza bionda mi ha chiesto, come da prassi la carta d'imbarco", ha iniziato il racconto la ragazza.

"Hai il passaporto russo? Non possiamo venderti nulla"

"Io le ho detto che avrei pagato in contanti. La collega affianco ha sentito questo discorso e ha detto: ‘ Aspetta, aspetta, chiedi alla signorina se ha il passaporto russo. Io ho detto ‘si, glielo devo fare vedere?'. Lei ha risposto ‘no, mi dispiace non posso venderle l'acqua'. Ho chiesto perché e lei mi ha detto ‘perché hai il passaporto russo'".

La discussione è poi continuata in questi termini (almeno così l'ha riferita la diretta interessata):

Anna: "Capisco che se la regola non l'avete inventata voi, non potete farci niente. Ma potete darmi il numero della legge, un riferimento"

La commessa: "Vada a leggere sul sito del Ministero degli Esteri, c'è scritto tutto".

Anna: "Quindi non possono prendere l'acqua"

La commessa: "Non può prendere niente, non possiamo venderle nulla"

Anna: "Scusi ma mi sembra una cosa un po' assurda, ho il permesso di soggiorno, pago da dieci anni le tasse in Italia"

La commessa: "Mi dispiace, ha il passaporto russo, non possiamo venderle né l'acqua né qualsiasi altra cosa che vede qui"

Anna: "Ma perché? ho gli stessi diritti degli italiani perché sono qui da più di dieci anni"

La commessa: "Per quello che voi avete fatto, che voi avete cominciato due anni fa"

"Sono schockata, a Roma non posso comprarmi dell'acqua perché sono russa. Non so neanche come commentarlo". La ragazza ha detto di aver lasciato la bottiglia e di essere andata in un altro negozio e di aver chiesto alle cassiere se avessero dei problemi a vendergli acqua nonostante la sua nazionalità: "La cassiera mi ha detto che era molto strano, e che nessuno aveva mai detto loro una cosa del genere. Alla polizia ho chiesto e mi hanno detto: ‘Assolutamente è una cosa che non si fa e deve fare un esposto'".

Adr si scusa con una nota ufficiale: "Costernati e rammaricati per l'accaduto"

Come detto, in una nota l'azienda Aeroporti di Roma si è scusata per quanto accaduto: "Siamo costernati e ci rammarichiamo per quanto le è capitato in occasione della sua permanenza all'aeroporto di Fiumicino. Il comportamento descritto è assolutamente non in linea con gli standard applicati dai partner commerciali di Aeroporti di Roma".

"Per quanto possa occorrere – continua ancora la nota -, naturalmente confermiamo che non esiste alcuna norma che vieti la vendita di generi alimentari o di beni di qualsiasi tipo a persone con cittadinanza di determinati Paesi. A tal proposito desideriamo informarla di aver subito trasmesso la sua segnalazione al gestore del duty-free da lei segnalato, che ha immediatamente avviato le necessarie verifiche e prenderà i provvedimenti disciplinari del caso nelle prossime ore. Le assicuriamo che il rispetto delle persone, delle regole e la cortesia nei confronti dei passeggeri sono inderogabili per Adr, così come lo sono per i suoi partner operativi in aeroporto. Sicuri che episodi simili non si ripeteranno, la ringraziamo per aver condiviso con noi la sua esperienza e la aspettiamo in occasione di una sua prossima partenza".

Le scuse di Aelia Duty Free

Con una nota ufficiale l'azienda Aelia Duty Free si è scusata per quanto accaduto a Fiumicino: "Si è trattato di un mero errore commesso dagli operatori presenti in quel momento alla cassa che sono sinceramente dispiaciuti per l’increscioso episodio. Confermiamo infatti che non esiste nessuna normativa, né direttiva aziendale o aeroportuale che vieti la vendita di acqua a chiunque, tantomeno a cittadini di nazionalità russa o passeggeri diretti in Russia. Stiamo assumendo tutte le opportune misure disciplinari nei confronti del personale coinvolto e svolgendo ulteriori campagne di sensibilizzazione verso i nostri dipendenti a garanzia dei clienti e delle centinaia di persone che lavorano in Aelia Duty Free Italia ogni giorno, nella piena attenzione dei valori dell’azienda che condanna e rifiuta senza eccezioni ogni forma di discriminazione.Il rispetto delle persone è infatti da sempre un caposaldo su cui investiamo quotidianamente. Il nostro impegno ora è quello di continuare a lavorare affinché tali episodi non si ripetano e sia garantita la migliore esperienza nei nostri negozi".

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