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Volpi e cani avvelenati nel Parco nazionale d’Abruzzo: “Abitudini incivili e nefaste”

Il Comune di Settefrati, in provincia di Frosinone, ha vietato ogni attività nell’area circostante i ritrovamenti degli animali morti. Si tratta di due volpi e un setter di circa un anno.
A cura di Natascia Grbic
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Foto di Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise
Foto di Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise

Alcuni animali sono stati trovati morti in un'area contigua al Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, nel territorio di Frosinone. A renderlo noto è stato lo stesso parco, che allo stesso tempo ha annunciato il divieto di condurre ogni attività nell'area circostante il ritrovamento degli animali. A un primo esame, infatti, sembra le due volpi e il setter siano stati avvelenati.

"Lo scorso 4 gennaio – il post del Parco Nazionale – il Servizio di Sorveglianza del Parco ha ricevuto da cittadini locali, la segnalazione relativa alla presenza di alcuni animali morti in località Valle Canari del Comune di Settefrati (FR), in Area Contigua del Parco. Immediatamente è intervenuto il personale del Nucleo Cinofilo Antiveleno del Parco, unitamente a Guardiaparco dell’Ambito Valcomino e 2 Guardiaparco della Riserva di Posta Fibreno. A seguito dell’ispezione sono state rinvenute, recuperate e successivamente sottoposte a sequestro, per sospetto avvelenamento, due carcasse di volpi adulte femmine e una carcassa di cane (setter inglese femmina di un anno). Il tutto è stato consegnato alla ASL di Frosinone, competente per territorio, per gli esami di laboratorio, necessari per accertare le cause della morte degli animali rinvenuti".

Controlli sono stati effettuati per vedere se vi siano bocconi nocivi nell'area, che possono recare danno non solo agli animali, ma anche ai bambini se ingeriti. Sul posto si è recato il Nucleo Cinofilo Antiveleno del PNALM e i Guardiaparco dell’ambito Valcomino, ma fortunatamente le ricerche hanno dato esito negativo.

Non è la prima volta che in zona qualcuno avvelena gli animali. Per questo indagini sono in corso per provare a risalire agli autori del gesto, oltre che ovviamente a prevenire atti di questo tipo. "Ci sono ‘abitudini' nefaste e incivili che proprio non si riesce a debellare – conclude l'ente parco – L’avvelenamento, se confermato dagli esami di laboratorio, purtroppo è una di queste e dimostra quanto poca consapevolezza e rispetto c’è nei confronti degli animali, selvatici e domestici".

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