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Volpe soccorsa dai vigili a Villa Pamphilj, Lipu: “È stata avvelenata e rischia di morire”

Fanpage.it ha intervistato la responsabile del centro recupero fauna selvatica di Roma Francesca Manzia per capire cosa è accaduto alla volpe soccorsa dai vigili a Villa Pamphilj.
A cura di Alessia Rabbai
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La volpe avvelenata a Villa Pamphilj
La volpe avvelenata a Villa Pamphilj

La volpe soccorsa dai vigili e portata alla Lipu di Roma è stata avvelenata e rischia di morire. Fanpage.it ha contattato la Lipu di via Aldovrandi, per capire cosa è sucesso all'esemplare. "La volpe ha sintomi riconducibili ad un avvelenamento. Non si tratta di veleno per topi, ma di qualche sostanza chimica alla quale è impossibile risalire, forse diserbanti o anticrittogamici (funghicidi) – spiega la responsabile del Centro Recupero Fauna Selvatica di Roma Francesca Manzia – La situazione è grave, il processo di avvelenamento è già in stato avanzato. Bisognerà attendere le prossime 48 ore, che saranno fatidiche e vedere come risponde alle terapie. Se passerà la fase acuta servirà poi verificare i danni subiti da fegato e reni".

La volpe di Villa Pamphilj salvata dai vigili urbani

La volpe, una femmina adulta, è arrivata al centro Lipu di Villa Borghese intorno alle 10.30 di mercoledì 2 marzo. In un primo momento pensavano fosse ferita, invece si trattava appunto di un avvelenamento avvenuto probabilmente mentre stava cercando cibo o dopo aver bervuto in un'area trattata da sostanze nocive. Gli agenti del Reparto Tutela Ambiente del XII Gruppo Monteverde l'hanno notata nell'area del Bel respiro mentre vagava barcollante. Un agente con fare rassicurante è riuscito a prenderla senza spaventarla e ad adagiarla all'interno della scatola di cartone, poi l'ha portata subito al centro, affinché ricevesse al più presto le cure veterinarie del caso.

"Nutrire gli animali selvatici è sbagliato"

Ogni anno sono almeno cinquanta le volpi che arrivano al centro Lipu in ambito urbano, spiega Manzia "quelle che rischiano più sono gli esemplari che vengono avvicinati e nutriti dall'essere umano". Un comportamento sbagliato "perché sono animali selvatici, che non devono avere contatti con l'uomo, ciò infatti gli fa abbassare difese e diffidenza nei nostri confronti e li espone a grossi rischi. Dargli da mangiare compromette la loro autosufficienza".

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