“Vittima due volte”: le reazioni della politica al licenziamento dall’AS Roma dopo il video intimo
"Licenziare la vittima di un reato. Ma perché? Su di lei graverebbe incompatibilità ambientale. E su di lui?", si chiede la senatrice del Partito Democratico Valeria Valente. "Inutile una legge contro bullismo, cyberbullismo e revenge porn se mancano la cultura e il rispetto per le donne", le fa eco la collega Licia Ronzulli, di Forza Italia. La notizia del licenziamento di una dipendente dell'AS Roma dopo la diffusione di alcuni video intimi, circolata dopo l'articolo pubblicato da Il Fatto Quotidiano, è arrivata in Parlamento. E sia da destra che da sinistra sono arrivate parole di indignazione.
La vicenda
A diffondere il video intimo della dipendente licenziata fra i dipendenti e gli altri giocatori della squadra sarebbe stato un calciatore della primavera dell'AS Roma. Il ragazzo, all'epoca minorenne secondo quanto riportato dall'articolo, avrebbe chiesto in prestito alla ragazza il suo telefonino per fare una chiamata. Invece di telefonare, però, avrebbe aperto la gallery del dispositivo e, visto il video intimo della ragazza, lo avrebbe mandato prima al suo telefono e poi, da lì, ad altri contatti. Il video sarebbe arrivati a gran parte dello staff della squadra e dei calciatori, ovviamente senza il consenso della donna. Il video è poi arrivato all'ufficio delle Risorse Umane e ai vertici aziendali che hanno licenziato la ragazza.
"Purtroppo, ci risulta che tale video sia stato visionato da gran parte del personale e dei giocatori della società – si leggerebbe nella lettera di licenziamento inviata dall'avvocato della Roma, Lorenzo Vitali, alla ragazza – Il video La ritrae inconfondibilmente nel compimento di atti sessuali". Così sarebbe scattata l’incompatibilità della prosecuzione del Suo rapporto di lavoro con il sereno e regolare andamento dell’attività della Società e il conseguente licenziamento.
Secondo quanto aggiunto da il Corriere dello Sport, nel video oltre alla ragazza comparirebbe anche il fidanzato, suo superiore. Sarebbero stati licenziati entrambi: non per la diffusione del video, ma perché all'interno "erano presenti discorsi che violavano l'etica professionale". Nel frattempo si attende una eventuale precisazione da parte della società calcistica capitolina che sembra non essere ancora arrivata.
Valente (Pd): "Sarebbe gravissimo, ancora una volta si paga il prezzo di essere donna"
"Il video pare sia circolato a Trigoria, tra il personale e i calciatori. Ovviamente senza alcun consenso da parte di lei. Se fosse vero quanto riportato da alcuni giornali, si tratterebbe di una vicenda gravissima. Licenziare la vittima di un reato. Perché? Perché su di lei graverebbe l'incompatibilità lavorativa. E lui? Non risulterebbero interventi nei suoi confronti da parte della As Roma, stando sempre alla lettura della cronaca", è il commento della senatrice del Partito Democratico Valeria Valente.
"Si tratta di una decisione sconcertante per la quale Differenza Donna e Assist Associazione Nazionale Atlete hanno chiesto l'intervento immediato del CONI e della Federazione Gioco Calcio – continua Valente – Se questi fatti fossero confermati saremmo ancora una volta di fronte a una donna che paga il prezzo di essere donna. Un prezzo alto come la perdita del lavoro. Il paradosso di una cultura sessista che infetta ogni ambiente, che vittimizza due volte le donne, e autorizza al contempo gli uomini a comportamenti abusanti. E poi ci chiediamo perché sia così difficile denunciare per noi una violenza subita?"
"Inaccettabile e immorale", il commento di Licia Ronzulli (FI)
Non ha tardato ad arrivare anche il commento della senatrice Licia Ronzulli, di Forza Italia: "Approvare una legge sul bullismo, il cyberbullismo e il revenge porn serve davvero a poco quando manca la cultura e il rispetto della donna da parte di chi avrebbe l'obbligo, non solo morale, di assicurarli e di diffonderli", spiega.
"Se confermato, il licenziamento in tronco per incompatibilità ambientale di una dipendente dell'As Roma, vittima della diffusione a sua insaputa di un video hard che le sarebbe stato sottratto da un calciatore della primavera, sarebbe gravissimo – tuona Ronzulli – E sarebbe ancora più inaccettabile e immorale se la società, che dovrebbe svolgere il delicato compito di insegnare ai giovani non solo i valori dello sport ma anche quelli del vivere civile, invece di punire e cacciare i responsabili, avesse licenziato e umiliato chi la violenza l'ha subita. Questo episodio dimostra che la strada da fare è ancora lunga e difficile".
Mattia (Pd): "Così nessuna potrà sentirsi al sicuro"
Anche la consigliera della Regione Lazio Eleonora Mattia, ambasciatrice di Telefono Rosa, ha commentato la notizia: "Fin quando sarà una donna, bersaglio di presunti abusi e violenze, ad essere colpevolizzata e punita a prescindere, nessun’altra di noi potrà sentirsi al sicuro perché significherà che vivremo ancora in una società fondata sulla cultura della violenza di genere e del patriarcato – dichiara in una nota – Aziende di primo piano come l’As Roma, tra l’altro del mondo dello sport, settore strategico per educare e comunicare con giovani generazioni ed opinione pubblica, dovrebbero dare il buon esempio. L’As Roma chiarisca e il Coni, la Federazione Gioco Calcio e le Autorità competenti intervengano per verificare quanto accaduto e condannino i possibili responsabili".