Viterbo, prendono a bastonate un ragazzo e lo minacciano con la pistola: due arresti
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Gli hanno dato appuntamento in una zona isolata della bassa Tuscia e poi lo hanno aggredito: per quanto accaduto, lo scorso febbraio, i carabinieri hanno rintracciato tre persone, due dei quali oggi si trovano agli arresti domiciliari. I tre, cittadini albanesi già noti alle forze dell'ordine, hanno attirato l'uomo in una trappola: secondo le indagini, la vittima avrebbe richiesto indietro i soldi che aveva prestato ai tre aggressori, poche decine di euro. Dopo la sua richiesta sarebbe scattata la spedizione punitiva.
L'aggressione lo scorso febbraio
L'assalto, secondo i militari, sarebbe avvenuto "in perfetto stile Gomorra": secondo quanto hanno ricostruito gli investigatori, i tre avrebbero agito come "un vero e proprio gruppo criminale" organizzandosi "con perizia quasi degna di un dispositivo militare". Uno di loro gli ha dato appuntamento in un luogo isolato e privo di telecamere di sorveglianza nei paraggi. I tre hanno raggiunto il posto con due diverse automobili e, non appena arrivata la vittima, l'hanno aggredita utilizzando bastoni e armi da taglio. Nel frattempo lo hanno continuato a minacciare con la pistola, usata a tratti come oggetto contundente. Secondo quanto ricostruito, la vittima sarebbe stata "graziata solo dalla volontà degli assalitori".
Dopo averlo massacrato, i tre hanno preso a sprangate la sua automobile. Dopo il pestaggio la vittima è rimasta riversa a terra: soltanto quando ha avuto la certezza che i tre fossero andati via, ha allertato i soccorsi.
Le indagini e l'arresto
In breve tempo sono scattate le indagini dei carabinieri del comando provinciale di Viterbo coordinati dalla Procura. I militari sono riusciti a rintracciare i tre: durante la perquisizione nell'abitazione di uno di loro, inoltre, i militari hanno rinvenuto mezzo chilo di hashish, diviso in dosi e un ingente quantitativo di denaro. Nelle prime ore della mattina di ieri, martedì 18 aprile, sono scattate le misure cautelari: due di loro si trovano agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.