Viterbo, cerca di convincere i carabinieri che non possono arrestarlo perché è uno “Stato autonomo”
Ha cercato di convincere i carabinieri che lo stavano arrestando di non poterlo fare perché era “uno Stato autonomo”. Questa la risposta che un uomo, originario di Velletri, in provincia di Roma, ma trasferitosi nella Tuscia, nel Viterbese, avrebbe dato ai militari dell'Arma che avevano bussato alla sua porta a Marta, sul Lago di Bolsena. L'uomo, condannato in via definitiva a tre anni per bancarotta fraudolenta, si era convinto, informandosi sul web, di potere avere in questo modo una sorta di immunità dalla legge. Per l'uomo, però, sono scattate lo stesso le manette. I carabinieri l'hanno portato presso il carcere di Roma-Regina Coeli.
I carabinieri l'hanno arrestato lo stesso
Singolare il modo che aveva ideato l'uomo per cercare di sottrarsi all'arresto. L'uomo, seguendo le istruzioni scaricate da alcuni siti internet, aveva autoprodotto un documento di identità con il quale definiva la sua persona come “Stato a sé stante”. Si era convinto, in questo modo, che il documento gli avrebbe teoricamente garantito una forma di immunità dalla legge italiana, secondo una sua ricostruzione di alcune pratiche commerciali in vigore negli Stati Uniti d'America, interpretate però in modo fantasioso e ovviamente al di fuori della realtà e del contesto giuridico e normativo italiano. Ha mostrato quindi il documento ai militari dell'Arma che erano arrivati ad arrestarlo, sostenendo che, in base a quel documento, lo stessero sequestrando. Non è bastato però lo stratagemma a convincere i carabinieri, che lo hanno arrestato ugualmente, e l'hanno poi condotto nel carcere romano di Regina Coeli.