Nel Lazio per andare a trovare i propri cari in ospedale sarà richiesto il Green Pass
Nei prossimi giorni uscirà una nuova delibera della Regione Lazio riguardo all'accesso dei visitatori nelle strutture sanitarie/ospedaliere. La novità? Anche il green pass sarà un elemento richiesto per poter andare a trovare un proprio caro. Non si parla di obbligatorietà, quindi possiamo ipotizzare che verrà inserita anche un'alternativa come un tampone negativo. Oggi in una struttura sanitaria/ospedaliera può entrare un solo visitatore per volta per singolo paziente ed è obbligatorio indossare la mascherina per tutto il tempo della permanenza. Il visitatore può entrare solo in caso di temperatura inferiore a 37,5°. L'aumento dei contagi e l'avanzata della variante Delta ha reso necessario un aggiornamento della delibera, introducendo principalmente il green pass o il certificato vaccinale come via libera all'ingresso.
Gli ultimi dati
Secondo l'ultimo bollettino diffuso dalla Regione Lazio su oltre 11mila tamponi nel Lazio (+55118) e oltre 21mila antigenici si registrano 681 nuovi casi positivi e 1 decesso. I ricoverati sono 133, le terapie intensive sono 28 , i guariti sono 212. Il rapporto tra positivi e tamponi è al 5,9% ma se consideriamo anche gli antigenici la percentuale scende allo 2%. I casi a Roma città sono a quota 557. Numeri in crescita per quanto riguarda la curva dei positivi ma che ancora non destano troppa preoccupazione sul fronte degli ospedalizzati. Inoltre sono aperti tre Covid Hotel (Sheraton, Casa tra noi e Villa primavera) e sono ancora poche le persone isolate al loro interno.
L'utilizzo del green pass
Da tempo l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato si è espresso sulla spinosa questione del green pass, auspicando che venga introdotta qualche misura ulteriore per incentivare le persone a vaccinarsi. "Risulta evidente come questa pandemia, nelle prossime settimane, porterà a colpire soprattutto coloro che non si saranno vaccinati. Ecco perché, in previsione di ciò, lo strumento del green pass serve per far mantenere aperte le attività, anziché andare verso interventi di chiusure generalizzate, che rischiano di penalizzare coloro che, invece, con grande senso civico, hanno effettuato il percorso vaccinale. Sia il governo a disciplinare le migliori modalità possibili, che possono anche essere graduali in relazione all’andamento epidemiologico”.