Virus sinciziale, tanti neonati ricoverati al Bambino Gesù: “Di questo passo superiamo anni passati”

Circa venti ricoveri al giorno all'ospedale pediatrico Bambino Gesù per virus sinciziale. Picchi massimi dell'epidemia come fossimo già a dicembre: una vera e propria emergenza sanitaria cui però – va subito detto per non creare allarmismi – il nosocomio romano sta facendo fronte senza problemi. Preoccupa l'epidemia di virus sinciziale tra i bambini con meno di un anno d'età, soprattutto neonati, che in questi giorni stanno accedendo al pronto soccorso dell'ospedale Bambino Gesù. Il dottor Antonino Reale, responsabile della pediatria dell'emergenza del Bambino Gesù, è in prima linea per curare i piccoli che arrivano al nosocomio. Fanpage.it lo ha intervistato per capire qual è la situazione in cui versa l'ospedale e soprattutto se c'è da preoccuparsi per questa epidemia.
C’è un problema riguardo al virus sinciziale nei bambini, sono aumentati gli accessi in ospedale rispetto agli altri anni?
Il virus lo conosciamo da tanti anni, non è una novità. È il famoso ‘male di Napoli', che fece morire moltissimi bambini verso la fine degli anni '70. Allora si conosceva poco, ma in realtà c'è sempre stato, non è un virus nato dal nulla, ce l'abbiamo tutti gli inverni. Quest'anno è arrivato molto in anticipo rispetto agli anni passati. I motivi sono diversi e varie ipotesi sono state fatte: lo scorso anno non lo abbiamo visto quasi per niente e i bimbi non si sono ammalati perché con la pandemia eravamo protetti col lockdown, eravamo abituati a usare mascherine, stare a distanza e prendere molte precauzioni se una persona stava male. Quest'anno è come se ci fosse stato un minore allenamento del sistema immunitario, bambini e genitori portano a casa più virus perché non si sono ammalati lo scorso inverno. I piccolini sotto l'anno di vita si stanno ammalando di più di bronchiolite. Era stato già segnalato in Francia e nel resto d'Italia, da 15/20 giorni con l'abbassamento delle temperature è arrivato anche a Roma e adesso in pronto soccorso siamo pieni di casi di bronchioliti. La fotografia attuale che abbiamo al momento sono venti ricoveri al giorno nel DEA di Roma, a Palidoro i numeri sono un più bassi ma non meno importanti. Circa la metà dei pazienti viene dimessa, il resto – soprattutto quelli piccolissimi – viene ricoverato a seconda dei sintomi. Al momento ci sono 40/45 ricoverati per bronchiolite, di cui 5/6 in terapia intensiva. Lo scorso inverno, 2019/2020, abbiamo avuto poche decine di accessi, mentre l'inverno ancora precedente sono stati superati i mille casi, il 48% si sono tramutati in ricoveri. Ora siamo sui 20 accessi al giorno, che in un mese diventano 600: se continua così supereremo gli anni precedenti.
Com’è la situazione attuale dei ricoveri al Bambino Gesù, c’è pressione sull’ospedale rispetto ai ricoveri?
Qualche giorno fa abbiamo avuto qualche difficoltà per il gran numero di accessi. In un giorno solo abbiamo avuto dieci piccolissimi (sotto il mese di vita, N.d.R.) in attesa di un posto di ricovero, ma la direzione ha messo subito in atto un percorso virtuoso per liberare posti letto e le problematiche sono rientrate immediatamente. In questo momento non abbiamo pazienti da ricoverare per bronchioliti e non ci sono posti letti da recuperare, stiamo rispondendo molto bene a quest'emergenza sanitaria. Abbiamo la fortuna di avere un ospedale molto grande con 607 posti letto.
Come riconoscere il virus e cosa fare per proteggersi?
Il virus può riconoscerlo solo il medico che lo cerca tramite esami appropriati. Non è complicato capire come arriva la bronchiolite: per i bambini sotto l'anno di vita, soggetti a forme più serie, comincia come un banale raffreddore e il nasino che cola, colpetti di tosse, ma dopo 4/5 giorni si assiste a un peggioramento. Tendono ad avere dispnea, respirano male, usano muscolatura addominale che normalmente non viene utilizzata e a causa di questo sforzo che li affatica molto non riescono a mangiare e a succhiare il latte dalla mamma o dal biberon. In questi due casi, quando respirano male e non mangiano, serve il ricovero perché bisogna fare la somministrazione di ossigeno e la reidratazione per via endovenosa. Per quanto riguarda la prevenzione, le procedure per difendersi dai virus sono sempre le stesse. Bisogna lavarsi le mani, usare le mascherine se si è raffreddati, mantenere il distanziamento, non tossire e starnutire vicino al piccolo se si sta male. Se il fratellino ha 38 di febbre, i bimbi devono dormire in stanze separate perché il grande potrebbe aver preso il sinciziale a scuola, a costo di stare in salotto. Questo virus passa per via aerea e per contatto e non bisogna abbassare la guardia.