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Virus respiratori in aumento tra i bimbi a Roma: “Nessun allarme, ma vaccinazione va a rilento”

Secondo il dottor Sebastian Cristaldi, responsabile del Dea di II Livello, la struttura che gestisce il pronto soccorso della sede Gianicolo dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, i casi di infezioni da virus respiratori tra i bimbi sono in aumento, ma non c’è alcun allarme. A rilento, invece, la campagna di vaccinazione dei più piccoli contro l’influenza.
A cura di Enrico Tata
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A Milano vengono segnalati in netto aumento i casi di virus respiratori fra i bambini, soprattutto quelli più piccoli. A Roma, per il dottor Sebastian Cristaldi, responsabile del Dea di II Livello, la struttura che gestisce il pronto soccorso della sede Gianicolo dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, non c'è alcuna emergenza: "I casi sono certamente in aumento, ma questo è legato alla stagionalità. Ad oggi, 15 dicembre, possiamo dire che i casi sono in aumento perché sta crescendo la patologia respiratoria".

Virus sinciziale in aumento, ma legato a stagionalità

Secondo il dottor Cristaldi, "è vero che la stagione della bronchiolite comincia a novembre, ma quest'anno abbiamo avuto caldo fino a poco tempo fa e anche adesso le temperature continuano ad essere elevate. Per questo la vita di comunità, la vita al chiuso, che favorisce la diffusione di virus respiratori, sta partendo un po' in ritardo rispetto alle nostre abitudini. Quindi, ancora una volta: è vero che il virus respiratorio sinciziale è in aumento, ma nei termini in cui sta aumentando la patologia respiratoria. In termini percentuali, siamo nell'ordine del 70 per cento. Cioè, su 10 pazienti con la bronchiolite, circa 6 o 7 hanno contratto il VRS (virus sinciziale). Ma sono percentuali note e normali. Quindi, nessun allarme, almeno per quanto riguarda il Bambino Gesù".

Il picco dei virus respiratori arriverà entro metà gennaio

La stagione dei virus respiratori non è ancora arrivata al suo picco, che si attende da qui al prossimo mese: "Nessuno si aspettava di arrivare con queste temperature a Natale, ma per quello che stiamo vedendo, direi che il picco potrebbe arrivare da qui a metà gennaio", spiega Cristaldi ai microfoni di Fanpage.it.

I virus respiratori diffusi tra i bimbi

Al Pronto Soccorso del Bambino Gesù arrivano piccoli pazienti con il VRS, con rinovirus, coinvolge le vie respiratorie superiori, virus influenzali e parainfluenzali, 2e abbiamo ancora qualche caso di Covid, ma non c'è alcun dato preoccupante. "Il Covid in particolare ha ancora una capacità di diffondersi molto elevata, quindi resta uno dei virus che stiamo ancora riscontrando".

Per quanto riguarda le fasce di età dei bambini affetti da virus respiratori, nel caso del VRS si tratta di bambini piccoli, da 0 a 4 anni. Questo perché è un virus che esprime "la sua sintomatologia clinica in quella fascia d'età. Il bambino di 10 anni può avere il virus ma non ha espressione clinica".

Un problema: le vaccinazioni vanno a rilento

Un problema, ammette il dottor Cristaldi, è legato alla vaccinazione contro l'influenza, che sta procedendo a rilento a Roma e nel Lazio. "Molti bambini non vengono vaccinati e la scelta viene fatta dai genitori. Vaccinare contro l'influenza significa eliminare un problema. I bambini contraggono tante infezioni virale, perché questo fa parte della caratteristica di noi esseri umani: quella di strutturare il nostro sistema immunitario venendo a contatto con i virus. Se noi, grazie alle vaccinazioni, togliamo di mezzo il virus dell'influenza, ci mettiamo nelle condizioni di evitare coinfezioni. Il doppio virus, ricordiamo, è sempre una situazione che richiede maggiore attenzione e maggiore intervento".

Secondo Cristaldi, "siamo indietro sulle vaccinazioni. Su questo faccio un ragionamento, che non ha valore scientifico: negli anni scorsi la preoccupazione per il Covid ha certamente aumentato l'attenzione nei confronti della campagna vaccinale, che è sempre stata fatta, con i pediatri che hanno sempre consigliato la vaccinazione. Ma con il Covid c'è una stata una sensibilità e una attenzione maggiore anche da parte dell'utenza. In questo momento, forse, il fatto di pensare di aver superato quella drammatica pandemia, ha fatto calare probabilmente l'attenzione nei confronti dei vaccini, come quello per l'influenza". 

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