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Virginia Raggi si è “scordata” di andare al Roma Pride

La sindaca Virginia Raggi non va al Roma Pride. Impegnata nella campagna elettorale la prima cittadina della capitale sceglie di non dedicare alla marcia della comunità Lgbtq che ha sfilato ieri a Roma neanche un post sui social network. Calcolo politico o disattenzione il risultato è lo stesso: ieri Raggi ha scelto di non essere la sindaca di tutti.
A cura di Valerio Renzi
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Virginia Raggi, già impegnata nella corsa per la sfida elettorale di ottobre 2021, si è "scordata" di andare al Roma Pride. In un momento così delicato per la comunità Lgbtq di Roma e non solo, tra le recrudescenze omofobe raccontate dalle cronache e la spinta di mobilitazione per l'approvazione del Ddl Zan, la prima cittadina del Movimento 5 Stelle decide di non partecipare alla sfilata che ieri ha visto per le strade di Roma decine di migliaia di persone.

Un lungo serpentone arcobaleno che avrebbe meritato di essere ascoltato e salutato dalla sindaca della capitale in fascia tricolore. Scelta politica, calcolo elettorale o disattenzione poco cambia: Raggi avrebbe il dovere di esser la sindaca di tutti, nel suo ruolo istituzionale prima ancora che di esponente del Movimento 5 Stelle, avrebbe avuto il dovere di esserci. Ma Raggi ha preferito altrimenti anzi, ha addirittura scelto di non parlare della manifestazione neanche sui social network – non un post su Facebook, Instagram e Twitter – ignorando completamente la sfilata.

Ha preferito ad esempio postare la foto della maglietta che la ritrae nella vesti di Wonder Woman regalatagli dai suoi sostenitori (su Instagram addirittura due post), festeggiare la vittoria dell'Italia agli europei con una bella foto dell'esultanza di Enrico Chiesa, manifestare solidarietà al magistrato Nino Di Matteo minacciato dalla mafia. Questa mattina poi ha pubblicato un estratto del suo intervento alla trasmissione di Rai2 le Belve condotta da Francesca Fagnani.

"Ieri ho assistito alla performance “Embodying Pasolini”, ideata e interpretata da Tilda Swinton e Olivier Saillard nell’ambito di @romaisonproject , il nostro progetto di valorizzazione del rapporto fra cinema e moda a Roma", ha informato la sindaca nel giorno del Pride. Un evento culturale senza dubbio importante a cui è giusto che presenzi, al pari delle cene elettorali. Avrebbe dovuto trovare il tempo di salutare anche il Roma Pride di persona, ma invece le istanze della comunità Lgbtq della città che amministra non sono valse neanche un post di solidarietà e vicinanza sui social.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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