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Violenza e abusi su minori, ogni anno 100 casi al Bambino Gesù: più dell’80% avviene in famiglia

L’80% delle violenze avviene in famiglia, più del 50% dei casi trattati dal Bambino Gesù sono stati intercettati durante lo screening in pronto soccorso: ecco come funziona e i dati raccolti dall’ospedale pediatrico di Roma.
A cura di Beatrice Tominic
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Violenza, abusi e maltrattamenti: l'ospedale Bambino Gesù di Roma conta più di 100 casi ogni anno. Le storie dei bambini maltrattati arrivano anche da zone di guerra, ma per la maggior parte dal nostro Paese. Le forme più frequenti di abusi sono l'incuria o l'eccesso di cure e le vittime, generalmente, hanno sui 12 anni circa.

Il dato è stato presentato oggi, martedì 4 giugno 2024, in occasione della Giornata Internazionale dei bambini innocenti vittime di aggressioni nata costituita nel 1982 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite con l'obiettivo di "sensibilizzare e prendere atto del dolore che affligge i bambini che in tutto il mondo sono vittime di abusi fisici, mentali ed emotivi".

Quali forme di abuso subiscono i bambini

Dal maltrattamento fisico allo psicologico, dalla violenza assistita, che avviene quando il bambino assiste alla violenza nei confronti di un genitori, un fratello o una sorella all'abuso sessuale, ma anche la "patologia delle cure" cioè il tipo di violenza rappresentata da un eccesso si cura, come la somministrazione di farmaci non necessari.

I percorsi per la tutela dell'infanzia

Per rivelare gli abusi sui minori, dal 2009 il Bambino Gesù utilizza una procedura particolare riservata ad ogni bambino che accede in ospedale in qualsiasi regime assistenziale, dal pronto soccorso all'ambulatorio, dal ricovero ordinario a quello diurno.

Se dallo screening iniziale emergono segni particolari il caso passa nelle mani di alcuni specialisti, soprattutto medici di pronto soccorso, traumatologi, psicologi e neuropsichiatri e medici legali per emettere una diagnosi e scegliere, poi, l'iter da intraprendere.

I bambini arrivano nel percorso Child care e vengono presi in carico per un giorno di day hospital dalla Neuropsichiatria del Bambino Gesù. Più del 50% dei bambini seguiti nel day hospital neuropsichiatrico è stato intercettato nel pronto soccorso, gli altri arrivano su segnalazione di strutture esterne.

Prevenzione e supporto: a chi rivolgersi

Oltre all'attività svolta in pronto soccorso, esiste una rete di supporto e prevenzione da parte dell'ospedale. Nel sito del Bambino Gesù ci sono informazioni dedicate ai ragazzi per riconoscere situazioni potenzialmente rischiose e ai genitori per intercettare il problema.

Per raccogliere le segnalazioni è attivo anche il numero Helpline Lucy 06 6859 2265, un servizio gratuito di assistenza e consulenza telefonica per famiglie e minori in difficoltà, attivo tutti i giorni, 24 ore su 24.

I dati raccolti dall'ospedale

In oltre 4o anni, l'ospedale Bambino Gesù ha registrato più di 5mila casi, il 60% dei quali soltanto negli ultimi 15 anni. Fra i casi analizzati anche quelli riguardanti le storie di bambini e ragazzi in fuga dalle zone di guerra, come Ucraina, Siria, Africa.

Fra il 2008 e il 2022, in particolare, sono stati seguiti in day hospital neuropsichiatrico 3200 bambini e ragazzi abusati o maltrattati, oltre 200 all'anno (di cui circa 130 nuovi casi e 70 in follow up), secondo un trend sostanzialmente costante. Secondo quanto raccolto dall'ospedale, più dell'80%  degli abusi avviene all'interno della famiglia, non c'è distinzione di genere nelle varie forme di violenza, fatta eccezione per gli abusi sessuali nella fascia di età 7-18: le bambine coinvolte sono il triplo dei maschi.

La neuropsichiatra assicura: "Noi adulti dobbiamo curare le loro ferite"

"I ragazzi che vengono nel nostro Servizio portano nella mente e nel cuore i segni della violenza: alcuni si chiudono, altri metteno in atto comportamenti dirompenti, alcuni congelano le emozioni, altri le fanno esplodere – spiega la dottoressa Paola De Rose, neuropsichiatra del Bambino Gesù  di Child Care –  Tutti, però, hanno la possibilità e il diritto di cambiare la traiettoria a cui la vita fino a questo momento li ha esposti. Ed è proprio il compito di noi adulti contribuire alla cura di queste ferite".

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