Violentò 5 aspiranti attrici minorenni simulando scene di stupro: regista rischia 10 anni di carcere
La Procura della Repubblica di Roma ha chiesto dieci anni di reclusione per il regista Giuseppe Flamini, anche noto come ‘maestro Pino', accusato di violenza sessuale nei confronti di cinque aspiranti attrici, tra le quali straniere e minorenni, per simulare scene di stupro per un film in realtà mai uscito. Come riporta Il Messaggero, la richiesta è stata presentata ieri pubblico ministero Stefano Pizzaè convinto che il regista settantatreenne aveva architettato dei finti provini per abusare sessualmente di loro. A denunciarlo mettendo fine alle violenze sono stati alcuni stretti collaboratori, che si sono recati dai carabinieri di San Pietro e hanno raccontato la loro versione dei fatti. Nel 2019 Flamini è stato destinatario di una misura di custodia cautelare emessa dal gip ed è finito agli arresti domiciliari. Delle cinque giovani coinvolte, assistite dall'avvocata Marta Cigna con il sostegno dell'associazione Differenza Donna che si occupa delle vittime di violenza di genere, una si è costituita parte civile nel processo che lo vede imputato.
Le aspiranti attrici dovevano fingersi vittime di stupro
I fatti risalgono tra il 2011 al 2017. Nel corso della requisitoria il pm ha sottolineato davanti al giudice come Flamini avrebbe agito "in maniera spudorata, arrivando a violentare anche delle ragazze che non avevano mai avuto rapporti sessuali". Secondo quanto ricostruito in sede d'indagine e raccontato dalle vittime Flamini avrebbe indetto dei finti provini cinematografici nel suo studio in via Aurelia. Con ognuna delle cinque ragazze si è presentato come un ‘maestro', spiegando di essere una professionista influente nel settore. Così le giovani, con il sogno della recitazione, si affidavano a lui, sperando che potesse indirizzarle nel mondo dello spettacolo. Ma una volta arrivate a tutte chiedeva di immedesimarsi nella parte di una donna drogata e vittima di stupro. Così le portava nello sgabbuzzino del seminterrato e le violentava, approfittando del fatto che alcune fossero molto giovani e altre straniere.