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Violentano la fidanzata del cugino minorenne: fratelli ventenni condannati a 9 anni e mezzo ad Ostia

Per loro la pm aveva chiesto una pena a 10 anni di carcere. Il processo si è chiuso con una condanna a 8 anni e mezzo e 9 anni e mezzo per i due fratelli.
A cura di Beatrice Tominic
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Per loro la pm Claudia Alberti aveva chiesto una condanna a 10 anni di carcere. Si sono fermate, invece, a nove anni e mezzo e a otto anni e mezzo le condanne per i due fratelli di Ostia accusati di aver violentato la fidanzata del cugino e aver diffuso le foto e i video degli abusi online, in una chat su Whatsapp. Per questa accusa, però, sono stati entrambi assolti.

La ragazzina, di appena quattordici anni, è stata abusata nel 2021, in almeno due diversi episodi. La prima volta in automobile, quando si è trovata da sola con i due. Nel secondo caso, invece, gli abusi sono accaduti in casa del fidanzato sedicenne, cugino dei due e davanti ai suoi occhi: il ragazzo, però, non avrebbe fatto niente per aiutarla e sottrarla dai cugini.

Il processo ai due fratelli

La vicenda dei due fratelli di Ostia è arrivata nel tribunale di Roma. Davanti al giudice, i due sono stati giudicati entrambi colpevoli in primo grado. Arrestati nel 2022 dagli agenti della questura del X distretto, i due sono accusati anche di aver aggravato la situazione della ragazza, già affetta da problemi psichici.

Secondo i magistrati di piazzale Clodio, come riportato da la Repubblica, i due avrebbero abusato della ragazza consapevoli di questo "con abuso della condizione di inferiorità psichica" della quattordicenne con "intensa labilità emotiva derivante da disturbo" psichico.

Gli abusi sulla ragazzina

La prima volta, come anticipato, è successo in auto. La ragazzina si trovava da sola con i cugini del fidanzato che l'hanno bloccata "al centro dei sedili" e hanno abusato di lei, palpeggiandola. La seconda, qualche tempo dopo, nel mese di novembre, è avvenuta in casa del fidanzato, cugino dei due.

I fratelli ventenni l'hanno circondata sul divano e bloccata, per questo è stata contestata anche l'aggravante di aver agito "in circostanze di tempo e di luogo da ostacolare la difesa della ragazza" che si trovava "da sola in un appartamento alla presenza di due uomini e del fidanzalo minorenne che la circondavano". Dopo quanto avvenuto, a tavola, la ragazzina si sarebbe rifiutata di mangiare. Uno dei due le avrebbe detto"Non mangi la carbonara, c'è troppo pepe?", con un'allusione sessuale.

Una volta finita la cena i tre sono tornati in camera con lei, chiedendole di twerkare e, dopo il suo rifiuto, l'avrebbero costretta ad altri rapporti. 

Le conseguenze degli abusi

La ragazzina è stata distrutta dalle violenze. Una volta ha provato a darsi fuoco dopo essersi cosparsa di benzina davanti ai genitori. Aveva smesso di mangiare e iniziato a disprezzarsi. "In clinica si chiama self-shame (letterlamente auto-vergogna, ndr) ed è proprio delle vittime di violenza", ha spiegato in aula la psicologa che ha sottolineato l'acuirsi dei disturbi della ragazzina: "Si è sentita sola e abbandonata", ha concluso la specialista.

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