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Violenta ripetutamente la figlia di 9 anni: papà condannato a 4 anni e 8 mesi di carcere

Un papà 40enne di Viterbo è stato condannato in primo grado a 4 anni e 8 mesi di carcere per aver violentato ripetutamente la figlia di 9 anni.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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È stato condannato a quattro anni e otto mesi di carcere un uomo quarantenne di Viterbo, ritenuto responsabile di violenza sessuale nei confronti della figlia di nove anni. La sentenza di primo grado del giudice Giacomo Autizi come riporta la testata locale Tuscia Web, è arrivata a margine del processo che è stato celebrato con il rito abbreviato, grazie al quale l'imputato, difeso dal legale Giuliano Migliorati,  ha beneficiato dello sconto di un terzo della pena. Alla bambina, assistita dall'avvocato Remigio Sicilia, è stata concessa una provvisionale di 10mila euro, si tratta solo di una prima tranche della somma prevista dal risarcimento per i danni subiti dal padre. Nei suoi confronti la Procura della Repubblica di Viterbo con la pubblico ministero Paola Conti aveva chiesto una condanna a cinque anni. L'uomo potrà ricorrere in appello.

Per l'accusa avrebbe violentato ripoetutamente sua figlia

I fatti risalgono a sei anni fa, violenze che secondo quanto emerso in sede d'indagine, si sarebbero consumate ripetutamente in diversi episodi tra il 2017 e il 2018. Le indagini sono partite dalla denuncia della madre della bambina ed ex dell'imputato alle forze dell'ordine, alla quale la bambina si sarebbe confidata, raccontando i presunti abusi sessuali subiti da parte del padre. Le violenze sarebbero avvenute quando i due si trovavano da soli, l'uomo avrebbe messo in atto un approccio fisico nei confronti della figlia. Ciò sarebbe emerso in sede d'incidente probatorio al quale la piccola è stata sottoposta e al seguito del quale le sue dichiarazioni sarebbero state ritenute attendibili. Nei confronti dell'uomo il giudice ha anche disposto la sospensione della patria potestà sulla figlia. Per la difesa le indagini preliminari presenterebbero delle lacune, non tenendo conto del contesto famigliare né delle dichiarazioni fornite dall'imputato e dalla sua nuova compagna.

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