Villa Gordiani, Hridoy pestato mentre tornava a casa: “Violenza razzista, ora ho paura a stare solo”
Erano in otto, tutti maschi, vestiti di bianco. Lo hanno preso alla sprovvista e colpito violentemente mentre attraversava il parco di Villa Gordiani nel quartiere Prenestino a Roma nella notte del 15 aprile . È lo stesso Hridoy Sarker, pizzaiolo di 28 anni originario del Bangladesh, a raccontarlo. “Mi hanno dato 10, 12 pugni in faccia, poi quando sono caduto mi hanno preso a calci sui fianchi”. Si è salvato solo perché un passante, un uomo italiano, ha messo in fuga gli aggressori e lo ha aiutato a rialzarsi fornendo un primo soccorso.
“È sicuro che dietro all’aggressione di Hridoy ci sia il razzismo”, dice Giulio, suo amico di vecchia data che lo ha ospitato a casa appena dopo l’aggressione. “L’ho trovato con la faccia gonfia e che perdeva sangue dalla bocca, a ripensarci ancora tremo”. A Hridoy sono stati diagnosticati 20 giorni di prognosi, ma da quando è stato picchiato ha paura di qualsiasi cosa. “Un po’ di tempo fa è successo un fatto analogo” dice Giulio, “c’è chi dice che siano vestiti tutti di di bianco, chi tutti incappucciati”, il che farebbe pensare ad una banda organizzata.
Hridoy non attraversa più il parco di Villa Gordiani se non accompagnato da Giulio, ha paura a tornare a casa la notte e teme di non poter tornare al lavoro, perché le lesioni alle costole gli impediscono di fare sforzi. Da 13 anni in Italia, lavora per la sua famiglia che sta in Bangladesh. “Mia madre è malata, mia moglie incinta, sono l’unico che lavora, se fossi morto chi avrebbe pensato a loro?”. Con un sorriso amaro indica le ferite “guarda, sono tutto gonfio, dopo una settimana sto ancora così, se continua a gonfiarsi dovrò tornare dal medico”. E adesso l’unica cosa che chiede è che venga fatta giustizia e che i responsabili paghino per quello che hanno fatto.