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Vietati a Roma i ‘botti’ di Capodanno, arriva l’ordinanza: niente fuochi e petardi fino al 6 gennaio

Il sindaco Roberto Gualtieri firmerà oggi l’ordinanza che vieta i ‘botti’ di Capodanno a Roma dal 31 dicembre al 6 gennaio.
A cura di Natascia Grbic
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Anche quest'anno sarà varata a Roma l'ordinanza ‘anti botti' che vieta di usare fuochi d'artificio, petardi e botti in vista del Capodanno. È attesa in giornata la firma del sindaco Roberto Gualtieri. L'ordinanza sarà valida dal 31 dicembre fino alle 24 del 6 gennaio, a eccezione degli spettacoli pirotecnici svolti da professionisti autorizzati. Chi non rispetta l'ordinanza rischia una multa sostanziosa.

"Oltre a rappresentare un pericolo per la salute umana determinano danni pesantissimi sul fronte ambientale", sostiene la Società italiana di medicina ambientale (Sima), lanciando un appello ai sindaci di tutti Italia affinché varino ordinanze anti botti in ogni città. "In base ai dati ufficiali del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, tra il 2012 e il 2023 si sono registrati in Italia 6 morti e 3.220 feriti gravi a causa di petardi e fuochi d'artificio utilizzati nella notte di Capodanno. Ma non sono solo gli esseri umani a subire le conseguenze dei botti: si stima che nell'ultima notte dell'anno siano circa 5mila gli animali, tra domestici e selvatici, che perdono la vita per cause dirette e indirette riconducibili a petardi ed esplodenti".

C'è poi la questione ambientale: secondo quanto sostenuto dal Sima, durante l'arco di un anno i fuochi d'artificio sono responsabili di circa il 6% di Pm10 presente nell'aria, con un forte incremento nella notte di Capodanno. I valori generati sono tripli rispetto al limite giornaliero.

"Botti, petardi ed esplodenti, oltre alle polveri sottili, rilasciano in atmosfera parecchie diossine, ovvero sostanze potenzialmente cancerogene – dichiara il presidente di Sima, Alessandro Miani – Prendendo in esame una singola città di medie dimensioni, i fuochi d'artificio esplosi nella sola notte di Capodanno possono arrivare a produrre emissioni nocive pari a quelle delle attività annuali di 120 inceneritori di rifiuti. Le sostanze liberate in atmosfera possono inoltre ricadere al suolo sotto forma di pioggia acida, inquinando terreni, raccolti, laghi, fiumi e persino falde acquifere".

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