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Medici specializzandi manifestano davanti al Mur senza il camice per protesta: “Serve una riforma”

“Noi siamo medici, non studenti. E vogliamo dignità lavorativa, formativa e retributiva”: questo il messaggio di specializzandi e specializzande in protesta davanti al Mur questa mattina.
A cura di Beatrice Tominic
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Sono 400 i medici e gli specializzandi che nella mattinata di oggi si sono riuniti davanti al ministero dell'Università e della Ricerca per richiedere una riforma adeguata sulla sanità.

"Ci inquadrano come studenti, ma da specializzandi dovremmo essere trattati come lavoratori. Invece continuiamo ad avere sempre meno diritti e più doveri: dovremmo avere un contratto di lavoro adeguato". A parlare a Fanpage.it è Giammaria Liuzzi, presidente di Anaao Giovani, settore giovani dell'Associazione dei medici e dirigenti sanitari del Servizio Sanitario Nazionale.

La protesta di medici e specializzandi

Vergogna. Non schiavizzati. Orari civili. Rispetto! Sono solo alcune delle richieste dei medici e degli specializzandi gridate dalla piazza questa mattina. "Oggi il ruolo del medico specializzando è fermo al 1999: noi che siamo medici siamo inquadrati come studenti e non come professionisti, a differenza dei nostri colleghi europei", ha continuato a spiegare Liuzzo.

"Dal ministero hanno detto che ci includeranno per discutere del ruolo degli specializzandi – ha riportato a Fanpage.it – Ma qualora non dovessero mantenere le loro promesse non escludiamo di scioperare: soltanto così riusciremo a dimostrare che siamo la colonna portante del servizio statale sanitario. In tutta Italia gli specializzandi sono 47mila, seimila soltanto nel Lazio: senza di noi migliaia di reparti andrebbero al collasso, anche soltanto con un giorno di sciopero". E il camice se lo sono già tolto durante la protesta, lanciandolo in aria.

Le condizioni di lavoro

Le condizioni in cui si trovano a lavorare adesso gli specializzandi non sono considerate adeguate: "Prendiamo meno di 8 euro l'ora: 1650 lordi, 1300 netti al mese. Vorremmo aumenti del 20% e tutele crescenti, scaglionati in base all'anno – ha continuato a spiegare Liuzzi – Oltre a maggiori garanzie retributive e lavorative, abbiamo richiesto anche di prorogare l'inizio del lavoro in reparto".

Alle condizioni di lavoro non adeguate, infatti, mediche e medici specializzandi sono costretti a subire un altro disservizio non trascurabile: spesso gli specializzandi sono obbligati a trasferirsi anche a 1000 chilometri di distanza da dove vivono per lavorare. "Il cambio di regione riguarda molti di noi, con precisione lo sapremo nei prossimi giorni quando avremo le assegnazioni. Negli scorsi anni gli studenti trasferiti sono stati migliaia: c'è chi dalla Calabria è stato trasferito a Roma".

L'incontro con il ministero

Per discutere di questo, nel corso della protesta una delegazione, composta dai rappresentanti di Anaao Giovani, Als e Gmi è stata al ministero, dove erano presenti anche funzionari del ministero della Salute. "Ci hanno assicurato che creeranno un tavolo parallelo con specializzandi in cui parleremo della riforma della formazione medica e hanno assicurato una proroga fino a trenta giorni per coloro che chiederanno di iniziare la fase di servizio più avanti per esigenze personali".

Provvedimenti che, almeno in parte, lasciano con l'amaro in bocca: "Siamo soddisfatti della riforma medica, perché finalmente si mette mano a questo contratto anacronistico. Per la proroga si crea ancora più disparità di trattamento", ha spiegato.

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