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Guerra in Ucraina

Via Crucis a Roma con famiglia ucraina e russa, anche il vescovo di Kiev è contrario: “Inopportuno”

Secondo l’arcivescovo di Kiev gesti di riconciliazione tra i due popoli “saranno possibili solo quando la guerra sarà finita e i colpevoli dei crimini contro l’umanità saranno condannati secondo giustizia”.
A cura di Enrico Tata
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Dopo l'ambasciatore, anche l'arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, si è schierato contro l'idea di coinvolgere una famiglia russa e una ucraina durante la Via Crucis al Colosseo. Nelle intenzioni della Santa Sede le due famiglie avrebbero dovuto portare insieme la croce in segno di pace. Da Kiev, tuttavia, sono arrivate proteste per una idea che viene giudicata "inopportuna". Nel pomeriggio di ieri l'arcivescovo maggiore di Kiev ha fatto sapere di aver ricevuto "numerosi appelli" da parte dei fedeli, che gli chiedevano di "trasmettere alla Sede Apostolica la grande indignazione e il rifiuto di questo progetto da parte degli ucraini di tutto il mondo".

Per l'arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk l'idea è "inopportuna e ambigua che non tiene conto del contesto di aggressione militare russa contro l'Ucraina. Per i greco-cattolici dell'Ucraina, i testi e i gesti della XIII stazione di questa Via Crucis sono incomprensibili e persino offensivi, soprattutto in attesa del secondo, ancora più sanguinoso attacco delle truppe russe contro le nostre città e villaggi. So anche che i nostri fratelli cattolici del rito latino condividono con noi questi pensieri e preoccupazioni". Secondo l'arcivescovo gesti di riconciliazione tra i due popoli "saranno possibili solo quando la guerra sarà finita e i colpevoli dei crimini contro l'umanità saranno condannati secondo giustizia".

Per il momento il Vaticano non ha reso pubblica una risposta ufficiale alle richieste della chiesa di Kiev. In particolare l'idea della Santa Sede era quella di coinvolgere, nella tredicesima Stazione della Via Crucis, un'infermiera ucraina, Irina, che lavora nel Centro di cure palliative “Insieme nella cura” della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, e una studentessa russa, Albina, del Corso di Laurea in Infermieristica dell’Università Campus Bio-Medico. Anche l'ambasciatore ucraino in Italia ieri aveva dichiarato di essere contrario all'idea: "L'ambasciata Ucraina presso lo Stato Vaticano comprende e condivide la preoccupazione generale in Ucraina e fra molte altre comunità sull'idea di riunire le donne russe e ucraine per portare insieme la Croce durante il cammino della Via Crucis di venerdì al Colosseo. Ora stiamo lavorando sulla questione cercando di spiegare le difficoltà della sua realizzazione e le possibili conseguenze."

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