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“Vi rovinerò la vita”: stalker di due sorelle avvocate condannato ad 8 mesi di reclusione

L’avvocata aveva deciso di difendere la sorella nel processo per stalking nei confronti di un ex cliente. A quel punto l’imputato, un 33enne romano, ha cominciato a perseguitare anche lei.
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È stato condannato a 8 mesi di reclusione il 33enne romano accusato di stalking nei confronti di due sorelle, entrambe avvocate. L'uomo sarà sottoposto a un anno di libertà vigilata e dovrà risarcire le spese legali e i danni in favore di tutte le parti civili: cliente, avvocata e Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma. Si conclude così un’articolata vicenda che andava avanti da anni e che ha visto l’uomo perseguitare, in momenti diversi, entrambe le professioniste.

La vicenda

Le prime minacce, secondo quanto riportato da Il Messaggero, sono cominciate nel 2016. Inizialmente, bersaglio del giovane romano era solo una delle sorelle, l’avvocata che in passato lo aveva assistito per questioni di natura finanziaria. Gli attriti tra la professionista e il suo cliente si sono in seguito cristallizzati in veri e propri atti persecutori: una situazione talmente pesante da spingere la vittima a sporgere denuncia per stalking nei confronti dell’uomo. Al suo fianco durante il processo la sorella, anche lei avvocata.

A questo punto, invece di dimostrare di aver imparato la lezione, l’uomo ha cominciato a tormentare entrambe le professioniste: telefonate senza proferire parola, messaggi minacciosi, fino ad arrivare a una segnalazione anonima presentata direttamente all’Ordine degli Avvocati. “Io sono a diffidare e segnalare l'avvocato – si legge nell’esposto – perché non è stata ai patti, ha infranto le regole e non mi ha permesso di distruggere sua sorella. Lei la voleva difendere ma ora non può più e io rovinerò la vita a tutte e due”.

La presa di posizione del Consiglio dell’Ordine

Chiara la risposta del Consiglio dell’Ordine forense: nel corso del processo per stalking l'ordine professionale di Roma, rappresentato dall'avvocata Giovanna Gallo, ha preso una posizione netta, decidendo di costituirsi come parte civile. “Abbiamo voluto sostenere la collega non solo perché come ordine forense romano prestiamo particolare attenzione alle questioni di genere – le parole del presidente Paolo Nesta – ma anche a tutela e difesa della dignità dell'avvocato, che deve essere libero sempre di esercitare la professione senza condizionamenti di sorta”.

Soddisfazione espressa per la pronuncia del giudice dell'udienza preliminare Gerardi: “Il gup ha riconosciuto in maniera limpida e cristallina il principio dell'indipendenza dell'avvocato. Ci auguriamo che la decisione rappresenti un monito per tanti”.

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