Vetralla, la denuncia: “Operata di tumore dopo mesi a causa dell’emergenza Covid”
"Queste ultime due notti sono state pessime, dormo con un asciugamano, faccio le nottate. E poco fa l'ospedale mi ha chiamata dicendomi che l'operazione è stata cancellata perché non è considerata urgente e perché si devono tenere liberi per le urgenze". Queste parole sono state pronunciate il 25 ottobre tra le lacrime da Valentina, 37enne che gestisce un bar a Vetralla (Viterbo), in diretta Facebook. Ed è proprio grazie a questo video, diventato virale, che il primario dell'ospedale che aveva rimandato l'intervento a Valentina, che si riteneva affetta da un mioma, l'ha contattata per dirle di recarsi ugualmente nella struttura e che sarebbe stata operata. È stato però proprio in sala operatoria che si è scoperto che quel polipo uterino che era stato scoperto a Valentina a luglio, durante un controllo, non era un mioma – un'alterazione tumorale benigna – ma un adenocarcinoma, un tumore vero e proprio. "Comunque il tumore c'era – racconta Valentina a Fanpage.it – A questo punto se fossero intervenuti quando io ho iniziato a rompere le scatole avremmo guadagnato tre mesi di cammino del tumore".
Come Valentina sono migliaia le "vittime collaterali" del Coronavirus a cui sono state cancellate visite
La vicenda di Valentina è quello di centinaia di migliaia di persone in Italia che possiamo considerare "vittime collaterali" del Coronavirus. Persone a cui sono stati rimandati interventi chirurgici considerati non urgenti, sono state cancellate visite mediche e controlli per lasciare spazio all'emergenza sanitaria e il cui stato di salute, in alcuni casi, è però peggiorato a causa di questi ritardi. Valentina aveva scoperto a luglio di avere un polipo, tramite una visita ginecologica. Da metà agosto aveva iniziato ad avere copiose perdite di sangue ma le era risultato impossibile riuscire ad ottenere una visita specialistica, un'isteroscopia, attraverso il Cup. A ottobre, dopo un copioso sanguinamento, era finalmente riuscita a farsi fissare un appuntamento, ma due giorni prima del ricovero era arrivata quella telefonata dall'ospedale che era stata una vera e propria doccia fredda e che aveva spinto la 37enne a sfogarsi in lacrime su Facebook. Nel suo caso, alla fine, è riuscita a farsi operare, anche se con un ritardo di tre mesi.
(Intervista a cura di Simona Berterame)