Vespe orientalis a Roma, rischio per le scuole: “Sono chiuse da giugno, potrebbero esserci nidi”
Nella capitale non si vedeva dagli anni Cinquanta, ma questa estate è tornata. Sono molte le segnalazioni che indicano la sua presenza anche fra le vie (ma soprattutto i palazzi) della città di Roma: è la vespa orientalis, una vespa più grande di quelle comuni e molto più aggressiva.
Questo insetto, che si nutre di rifiuti, soprattutto di carne in putrefazione, sta invadendo il centro città, in particolare i quartieri di Monteverde, Prati e centro storico. I primi nidi sono stati individuati nel mese di luglio scorso: difficile che si stabilisca su alberi o aree verdi, in genere i luoghi in cui si rifugia questo animale sono le cavità che si trovano nei palazzi. Per questa ragione il timore più grande è in vista della riapertura delle scuole.
Nidi di vespa orientalis: i rischi nelle scuole
Non si esclude che, come sta accadendo nei palazzi del centro, anche gli edifici scolastici, soprattuto quelli storici, spesso ricchi di intercapedini, che potrebbero essere prese d'assalto dalle vespe orientalis e utilizzati per la costruzioni dei propri nidi: "Le scuola non sono frequentate da giugno e c'è la possibilità che la vespa orientalis abbia approfittato per nidificare – ha dichiarato Lunerti a la Repubblica – Per questo è necessario effettuare un accurato controllo prima del riavvio dell'attività didattica". Per svolgere questa operazione, si potrebbe ipotizzare interventi all'interno del "piano scuole" di Ama, che prevede pulizia in ognuno dei 4mila plessi.
Le segnalazioni
Negli ultimi giorni le segnalazioni sono diventate talmente tante che si ha sempre maggiore difficoltà a gestirle tutte. Come spiega Lunerti, inoltre, lui può intervenire soltanto all'interno delle aree private, ma non su quelle pubbliche dove, però, è spesso più difficile accorgersi della presenza dei nidi come, appunto, all'interno delle scuole rimaste chiuse negli ultimi mesi. Nei prossimi mesi, fino alla fine di ottobre, le vespe alleveranno le regine, cioè gli esemplari che il prossimo anno daranno vita a nuovi nidi.