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Vespa orientalis, scoperto nido all’Appio Latino. L’esperto: “È il più grande rimosso quest’estate”

Scoperte 800 vespe nel nido in un appartamento nel quartiere Appio Latino. Sul posto è intervenuto l’esperto Andrea Lunerti: secondo lui è il nido più grande dell’estate.
A cura di Beatrice Tominic
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Un altro nido di Vespa Orientalis trovato a Roma. Secondo l'esperto zoofilo Andrea Lunerti è il più grande fra quelli che ha rimosso in questa stagione estiva del 2023. Stavolta le vespe si erano insediate all'interno di un appartamento nella zona dell'Appio Latino. Come spesso accade in questi casi, non appena avuto il presentimento che nella propria abitazione si potesse trovare un nido di vespe orientalis, i proprietari di casa hanno richiesto l'intervento dell'esperto che, armato di pazienza e vestito con la tuta gialla da apicoltore, si è messo al lavoro.

Come riportato da il Messaggero, all'interno del nido sono state rinvenute 800 vespe. "Prediligono il buio e le altezze: non a caso la maggior parte dei nidi si trova soltanto dopo il terzo o il quarto piano", ha spiegato Lunerti che nel suo rifugio ospita più di tremila fra api e vespe, come ha raccontato lui stesso a Fanpage.it. "Provengono tutte da aspirazioni e recuperi: è un lavoro faticoso e pericoloso, ma anche affascinante. La struttura dei nidi è un'opera architettonica, sembra una cattedrale".

L'intervento di Lunerti all'Appio Latino

"Stiamo togliendo l'ultima vite di questo cassone dove sappiamo che c'è un grossissimo nido di Vespa Orientalis", dice Lunerti in un video pubblicato su Tik Tok poco prima di aprire la parte che si trova sopra alla finestra, dove hanno nidificato gli insetti.

"Apriamolo lentamente, retrocedo di un gradino e mi preparo all'eventuale attacco – dice durante l'operazione – Non potete immaginare, io ho appena visto il nido e sono sbalordito, è enorme, è gigante. Guardate quante sono", dice prima di indicare gli insetti.

La rimozione del nido

La tuta, come spiega Lunerti, protegge il corpo di chi interviene in questi casi. "Il problema non sono le vespe e i loro pungiglioni, ma la temperature corporea elevata: per noi questa divisa fa la differenza perché provoca un innalzamento della temperatura che non può provocare il collasso", spiega.

"Ora devo respirare molto lentamente – dice aprendo il cassone – Perché i sospiri che emetto dopo la respirazione potrebbero provocare un attacco. Ma voglio rischiare ancora un po' e farvele vedere bene e da vicino, non troppo, anche se per oragli imenotteri sono relativamente calmi". Alcune delle vespe si avvicinano al corpo di Lunerti: "Lo fanno per controllare se io costituisca un pericolo".

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