Vermicino, la morte Angelo Licheri. I soccorritori: “Nessuna medaglia per il suo coraggio”
"Ad Angelo Licheri non è stata conferita nessuna medaglia in vita, nessun riconoscimento, nonostante il coraggio e il gran cuore mostrato nel farsi calare all'interno del pozzo di Vermicino, per cercare di salvare Alfredino Rampi". Sono le parole di Tullio Bernabei, il soccorritore a capo della delegazione Lazio del soccorso Alpino e Speleologico che nel 1981, al tempo ventiduenne, ha trascorso tre giorni insieme a tanti altri a cercare di recuperare il bimbo di sei anni caduto nel pozzo artesiano. "Provo tanta tristezza e rimpianti per averlo perso di vista e non averlo frequentato dopo la tragedia" ha detto Bernabei intervistato da Fanpage.it il giorno della morte di Licheri, che si è spento nelle scorse ore nella casa di riposo San Giuseppe di Nettuno e i cui funerali saranno celebrati domani.
Badaloni: "Licheri abbandonato dalle istituzioni"
"Nonostante sia il vero eroe di Vermicino, Licheri era umile, se n'è andato in condizioni d'indigenza. Non ha avuto alcun tipo di riconoscimento o sostegno a livello psicologico né economico. Anzi, è stato completamente abbandonato dalle istituzioni" ha detto il giornalista Pietro Badaloni, tra i protagonisti della diretta tv Rai delle operazioni di soccorso, che ha tenuto incollati allo schermo milioni di telespettatori con il fiato sospeso e che ha cambiato per sempre la tevisione italiana. "Una volta spenti i riflettori – continua – è stato messo in un angolo, nonostante l'estremo gesto di generosità". Angelo Licheri non ha mai smesso di raccontare la drammatica storia del bambino caduto nel pozzo, nonostante il dolore grandissimo che si è portato dentro e che lo ha accompagnato per tutta la vita. Intervistato da Fanpage.it in occasione dei quarant'anni dalla tragedia di Vermicino ha detto: "Penso ad Alfredino Rampi ogni giorno".
Un robot soccorritore porterà il nome di Angelo Licheri
Tullio Bernabei ha spiegato che, proprio nei giorni scorsi, la protezione civile ha costituito il gruppo di lavoro sul prototipo di un robot salva persone. "Si tratta di una macchina semplice, ma al tempo stesso sofisticata, che verrà impiegata per recuperare adulti e bambini caduti all'interno dei pozzi". Un sistema che dovrà essere in grado non solo di fare la scansione laser, ma anche valutazioni di vario tipo, e un intervento di primo soccorso per agire subito ed evitare che la morte di Alfredo sia stata una tragedia vana. "Inizialmente pensavamo di dedicare il robot proprio ad Alfredino, ma stiamo pensando fortemente di dedicarlo al suo soccorritore, il suo angelo, Licheri".
Di Alessia Rabbai e Simona Berterame