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Vermicino, 40 anni fa Alfredino cadeva nel pozzo. Tullio: “Dopo ho dedicato la vita al soccorso”

Tullio Bernabei il 10 giugno del 1981 aveva 22 anni. Quarant’anni dopo racconta alle telecamere di Fanpage le operazioni di soccorso, le parole che ha pronunciato ad Alfredino Rampi nella prima fase dei tentativi di recupero fino al tragico epilogo. Un episodio che ha segnato profondamente la sua vita, ma oltre al rimpianto e al dolore dopo quel giorno ha dedicato la sua vita lavorativa al soccorso e alla sicurezza.
A cura di Redazione Roma
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Sono passati 40 anni da quando Alfredo Rampi, ‘Alfredino', il 10 giugno del 1981è caduto in un pozzo artesiano in via Sant'Ireneo. Siamo nell'hinterland Sud di Roma, in località Selvotta nei pressi di Frascati. Lì vicino passa via di Vermicino. Il 10 giugno 1981 cominciano le operazioni di soccorso che termineranno il 13 giugno, quando sarà recuperato il corpo senza vita. Il bambino, sei anni, si trovava a passare qualche giorno di vacanza con la famiglia nella loro casa di campagna. La scuola era finita e cominciavano le lunghe giornate estive di giochi e spensieratezza. Alfredo si trova fuori con il papà e due amichetti, chiede il permesso di tornare a casa ma non vi farà ritorno. Quando Ferdinando Rampi se ne accorge corre a cercarlo per i campi circostanti ma non lo trova. Si mobilitano così le forze dell'ordine e viene ispezionato il pozzo grazie alla solerzia di un brigadiere dei carabinieri: sono da poco passate le 22 quando il lamento del bambino arriva dal fondo e scattano le operazioni di soccorso che termineranno solo il 13 giugno quando sarà estratto il corpo senza vita di Alfredino.

La vicenda di Alfredino, ancora oggi, è percepita con commozione da quanti in quei giorni, in tutta Italia, seguirono le operazioni di soccorso in diretta con il fiato sospeso, empatizzando con il dolore e l'ansia della famiglia, con le speranze e la disperazione dei soccorritori. Ma la storia di Alfredino è anche uno spartiacque per i media in Italia: è la prima volta che un evento viene racconto in diretta, con lunghi collegamenti dal posto e ore di racconto di ogni tentativo di salvare il bambino.

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Simona Berterame ha intervistato alcuni dei protagonisti di quelle tragiche giornate. Tullio Bernabei aveva 22 anni, era un giovane a capo della delegazione del Lazio del Soccorso Alpino e Speleologico e ancora oggi vive con il dolore di non aver salvato quel bambino. Quando arriva sul posto Tullio stanno tentando il primo tentativo di soccorso i vigili del fuoco: calano una tavoletta, ma il pozzo si restringe andando verso il basso, tirano su il "canapone" e questo si spezza. La tavola di legno e la corda spessa creano un ulteriore difficoltà estrarre Alfredino. Tocca a Tullio che si cala: "Io mi calai e arrivammo a vedere la tavoletta. Il bambino l'ho intravisto, stava un po' di metri sotto la tavoletta, ci ho parlato e l'ho rassicurato". Tullio torna su e propone di tagliare la tavoletta, cominciano le operazioni quando arriva il comandante Pastorelli che blocca tutto: quel pozzo è pericoloso, meglio raggiungere Alfredino dal pozzo parallelo. Dei rischi ci sono certo ma Tullio e i suoi colleghi non sono convinti, ma non sono loro a decidere: "A quel punto la trivellazione si interruppe più volte perché la punta non andava più avanti nella roccia e la sostituirono con una grosso cilindro metallico, come un'ariete, per rompere la roccia. Era ovvio che stava a pochi metri dal bambino e questo non aiutava, tanto che è scivolato".

Le ore passano, quasi due giorni, e finalmente i vigili scavano un tunnel dal pozzo parallelo per raggiungere il punto dove si sarebbe dovuto trovare Alfredino. Ma il bambino non c'è, è scivolato più in fondo. Tullio Bernabei si cala di nuovo: "Sono sceso, sono andato nel pezzo, mi sono portato una luce attaccata a un cordino. C'era spazio solo per la testa, guardavo e calavo il cordicino fino a quando ho visto il bambino giù in fondo, impiastricciato di fango che si copriva il viso con le mani… respirava". Tullio tirando sul il cordino misura la distanza che lo separa da Alfredino: 32 metri da dove si trovava. Si cercano volontari, persone piccole di statura e conformazione. Tullio ricorda il tentativo di Angelo Licheri che riuscì a raggiungerlo ma senza riuscire a issarlo. Un episodio che ha segnato la vita di quel ragazzo di 22 anni, non solo per il rimpianto e il dolore, il senso di fallimento. Ma anche perché dopo quel giorno ha dedicato la sua vita al soccorso e alla prevenzione. 

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