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Vera e propria esplosione di casi Covid nel Lazio, secondo i medici: “Ripristinare misure protettive”

Ogni medico registra da 1 a 3 casi di Covid al giorno nel Lazio: la denuncia della Fimmg Roma, Federazione Italiana Medici di Medicina Generale.
A cura di Enrico Tata
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I medici del Lazio parlano di una vera e propria esplosione di casi di Covid. Secondo la Fimmg Roma, Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, i numeri delle infezioni stanno risalendo in maniera importante. Ogni medico registra da 1 a 3 casi al giorno.

Per le persone anziane e debilitate il rischio è tutt'altro che trascurabile e così la Federazione ha inviato un alert ai medici di famiglia con le indicazioni delle misure da intraprendere negli studi: dalle mascherine al distanziamento e alle regole generali per evitare contagi.

L'incidenza di Covid nel Lazio, secondo i dati ufficiali dell'Istituto Superiore di Sanità, è attualmente di 18 casi ogni 100.000 abitanti con le reinfezioni al 48%, il sistema nazionale ha rilevato nella regione della Capitale 1007 casi in totale mentre in Italia sono 5548. Per i medici sono numeri puramente indicativi e lontani dalla realtà. Secondo la Fimmg il numero dei casi è nettamente sottostimato. Sono pochi, infatti, i tamponi che vengono effettuati.

D'Amato: "Grave errore aver smantellato sistema sorveglianza Covid"

Per l'ex assessore regionale alla Sanità e consigliere regionale del Lazio, Alessio D'Amato, "la denuncia fatta dai medici di famiglia non va sottovalutata, loro sono la rete sentinella dal punto di vista epidemiologico. È grave aver smantellato, nel Lazio, il miglior sistema di monitoraggio e sorveglianza sul Covid a livello italiano. La forte ripresa dei casi e l’assenza di una rete di monitoraggio rischiano di essere dannose soprattutto per i più fragili".

Al presidente Rocca il consigliere D'Amato chiede di "ripristinare la rete di sorveglianza con le misure di prevenzione, soprattutto rivolte alle RSA e agli ospedali. Gli anziani e i fragili vanno messi in sicurezza. Chiedo inoltre di conoscere i dati ufficiali sulle complicanze da Covid e il tasso di mortalità tra le persone anziane e fragili. Annuncio un’interrogazione in merito".

Covid, esplosione di casi a Roma e nel Lazio

Secondo Maria Corongiu, infettivologa e presidente della Fimmg Roma, in queste settimane l'influenza "ha lasciato la via ad un ritorno importante della malattia COVID, che ha circolato per tutto l'inverno e poi in background nei mesi successivi. Attendiamo di conoscere quale variante stia circolando in Italia dopo che la variante KP3 negli USA ha già preso il sopravvento, ma il problema maggiore è che sono state smantellate tutte le misure di prevenzione, di controllo, il monitoraggio dei tamponi è stato interrotto, e quindi il rischio di contagio per le persone anziani e fragili è elevatissimo. Non ultimo la caduta dell'obbligo delle protezioni individuali negli ospedali dal 30 Giugno".

C'è da precisare, spiega la dottoressa Corongiu, "che i dati ufficiali peccano di alcuni limiti in quanto molti cittadini eseguono il test in autonomia, non sempre dichiarano al medico la presenza della malattia, e quindi una consistente quota delle infezioni non viene rilevata neanche dai medici di famiglia".

Walter Ricciardi, docente di Igiene alla Cattolica, ha confermato che sicuramente "siamo di fronte a una piccola ondata estiva. Ma soprattutto, quello che dovremmo aver capito è che queste sono propedeutiche a ondate molto più preoccupanti in autunno, quando ritorneranno le malattie respiratorie, virali e batteriche. Per cui bisogna che questo Paese capisca che soltanto una strategia coordinata dalle autorità sanitarie, sia a livello nazionale che a livello regionale, può servire per scongiurare pericoli di allargamento del contagio. Iniziative sporadiche di singole categorie lasciano il tempo che trovano".

Quanto alle misure proposte dai medici di famiglia, Ricciardi sostiene che "in assenza di una strategia coordinata, le misure estemporanee, prese da singoli studi o da singole persone, magari proteggono quelle persone che vanno in quello specifico ambulatorio, ma certo non servono a evitare l'ondata epidemica". Fortunatamente, ha aggiunto Ricciardi, "in questo momento il problema, per quanto riguarda gli aspetti assistenziali, è limitato. Ma le persone fragili, immunocompromesse, vanno protette perché rischiano moltissimo. Chiaro che se non lo fa l'autorità sanitaria, in maniera coordinata, non lo fa nessuno".

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