Vent’anni fa l’omicidio di Serena Mollicone, uccisa nella caserma di Arce e trovata in un bosco
Il primo giugno del 2001 veniva uccisa Serena Mollicone, il delitto di Arce è una delle pagine di cronaca nera che hanno scosso profondamente l'opinione pubblica. In occasione del ventennale del suo omicidio avvenuto all'interno della caserma dei carabinieri, a Fontana Cupa, località in cui è stato rinvenuto il cadavere della giovane, tre giorni dopo la sua scomparsa, è stata indetta una cerimonia, dove il sindaco insieme ai famigliari si riuniranno per una commemorazione e per ricordare anche la scomparsa del padre Guglielmo, sempre presente alle udienze in tribunale, una vita di battaglie per chiedere giustizia per la morte della figlia, venuto a mancare lo scorso anno per una grave malattia, alla vigilia dell'anniversario della sua scomparsa. A Serena Mollicone sarà intitolato l'auditorium del liceo Gioberti, che la diciottenne frequentava e dove era prossima al diploma.
L'omicidio di Serena Mollicone
Serena Mollicone è scomparsa a diciotto anni, dopo essere uscita di casa per un'ortopanoramica, il primo giugno del 2001. Di lei per tre giorni si sono perse le tracce, poi, il tragico ritrovamento del suo corpo senza vita, con mani e piedi legati con delle fascette e una busta di plastica in testa, in un bosco. Inizialmente i sospetti degli investigatori sono ricaduti sul padre Guglielmo, indagato e portato via dai carabinieri durante i funerali della figlia, ma nel 2006 la Cassazione lo ha prosciolto da ogni accusa.
Cinque imputati nel processo per l'omicidio di Serena Mollicone
Da una seconda indagine, che ha voluto la riesumazione della salma e nuovi accertamenti autoptici, cinque persone sono finite iscritte nel registro della Procura e a processo: l'ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, il maresciallo Franco Mottola, la moglie Anna Maria e il figlio Marco, il maresciallo Vincenzo Quatrale e l'appuntato Francesco Suprano. I Mottola e Quatrale sono accusati di concorso in omicidio, Quatrale anche di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi. Suprano è accusato di favoreggiamento. Secondo l'accusa Serena Mollicone, era andata nella caserma dei carabinieri, dove ha avuto una discussione con Marco Mottola (sembra perché volesse denunciarlo per spaccio di droga) e lì sarebbe stata aggredita battendo la testa contro una porta e cadendo a terra svenuta. I Mottola, credendola morta, l'avrebbero poi portata in un boschetto e soffocata con un sacchetto di plastica.