Vedette e chat per pedinare i vigili, dilagano gli abusivi in centro a Roma con il boom di turisti
Fontana di Trevi, Pantheon, Spagna. Il triangolo delle vendite abusive del centro storico di Roma è sotto presidio fisso della Municipale. Il Comando generale della polizia municipale ha rinforzato le pattuglie, in vista del bel tempo e dell'aumento dei turisti. Più poliziotti, quindi, anche in borghese per contrastare l'abusivismo e il degrado di una zona molto ambita di Roma.
Il sistema di vedette dei venditori abusivi del centro storico
Gli ambulanti si siedono sui gradini del teatro Quirino o si aggirano tra le auto vicine a via del Corso in attesa dei cambi di turno dei vigili urbani, così come documentato dal Corriere della Sera. Ecco la contromossa dei venditori irregolari, un sistema di vedette che pedinano in tempo reale i vigili in borghese via chat per riconoscere chi gli sta dando la caccia.
Il mercato, nelle zone del centro, porta notevole profitto e che risulta irrinunciabile per le bande di abusivi con la vendita di oggetti ai turisti. Per esempio, nelle giornate di pioggia i visitatori internazionali arrivano a spendere anche fino a 50 euro per un ombrello, quando all'ingrosso costa meno di 50 centesimi.
Sette apecar a Fontana di Trevi come deposito merci
Ieri una squadra di agenti del I Gruppo Centro ha aperto sette Apecar in via Marco Minghetti, vicino Fontana di Trevi, usati dagli irregolari come depositi di stampe custodite lì per essere pronte e vendute. Come riporta poi il Corriere sono stati fermati sei ambulanti abusivi, di cui uno ha tentato la fuga a piedi, un altro ha consegnato il telefono, e sono stati sequestrati 1600 articoli, compresi foulard e ombrelli pronti per la rivendita, trovati in magazzini tra il Pantheon e piazza Rondanini.
Secondo il Corriere, il traffico di false griffe prende di mira via delle Muratte e via Minghetti: tra degrado, locali abbandonati e i canali di rifornimento dei venditori. Milioni di euro di affari gestiti da organizzazioni criminali. Gli articoli sono venduti da ambulanti senegalesi, mentre tutto il resto è gestito da bengalesi.
