Varianti Covid: Lazio unica Regione in cui la brasiliana cresce, inglese al 78%
L'Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato una seconda indagine (basata su dati aggiornati al 18 marzo) sulla prevalenza della cosiddette varianti del coronavirus e soprattutto sulla ‘variante inglese' del virus Sars-CoV-2. Ebbene a livello nazionale la variante si attesta all'86 per cento, con valori che oscillano tra le singole regioni tra il 63 per cento e il 100 per cento. Nel Lazio la percentuale scende al 78,5 per cento e questo perché c'è un'altra variante che si sta diffondendo nella regione: è quella brasiliana, la cui prevalenza è del 4 per cento a livello nazionale, ma nel Lazio si attesta 20,5 per cento.
La variante lineage P.1 , la ‘brasiliana’, ha sostanzialmente mantenuto la stessa prevalenza segnalata nell'indagine pubblicata un mese fa. Era ed è rilevata solo nell'Italia centrale e precisamente in Umbria, Toscana, Lazio e, con i nuovi dati, anche in Emilia Romagna. La regione della Capitale è l'unica in cui questa variante sta crescendo. Per quanto riguarda la variante inglese, come detto, è diffusa all'86 per cento e nella ricerca precedente era al 54 per cento. Nello specifico sono stati sequenziati 205 campioni: di questi, 161 sono risultati casi di variante inglese e 42 di variante brasiliana. Queste due varianti, quindi, hanno completamente sostituito ormai il ceppo originale del coronavirus.
Quando e dove è stata scoperta la variante brasiliana nel Lazio
Un mese fa, il 2 marzo, l'assessore D'Amato aveva dichiarato: "Abbiamo avuto finora una decina di casi di variante brasiliana. Nella nostra regione le varianti più diffuse sono quella inglese e iberica. Di quella sudafricana, nessun caso". Il primo caso di variante brasiliana è stato diagnosticato a Roma lo scorso 23 febbraio e per questo era stata chiusa la scuola Sinopoli-Ferrini del quartiere Trieste. Casi di variante brasiliana sono stati segnalati anche e soprattutto in Ciociaria. L'intera provincia di Frosinone è entrata in zona rossa a partire dal primo marzo, due settimane prima dell'ingresso di tutta la regione nell'area con più restrizioni.