Animalisti contro la statua della porchetta a Trastevere: imbrattata con la vernice rossa

Vandalizzata nella notte la statua della porchetta a Trastevere. A compiere questo gesto, l'Animal Liberation Front, che ha lasciato la sua sigla scritta sul davanti dell'opera. Già nei giorni scorsi molti gruppi animalisti avevano dichiarato l'opera un ‘vero e proprio scempio', chiedendone la rimozione. La foto, pubblicata sulla pagina Instagram ‘Welcome to Favelas', mostra la statua completamente imbrattata di vernice rossa, ormai rovinata.

Già nei giorni scorsi erano scoppiate forti polemiche sulla statua della porchetta, realizzata da un giovane artista nell'ambito di un progetto universitario della Rufa, la Roma University of Fine Arts. L'opera, intitolata ‘Dal panino si va in piazza‘, voleva essere una celebrazione dell'arte culinaria romana, un omaggio alla porchetta e allo stare insieme nelle piazze della capitale. Questa la descrizione che l'artista aveva dato alla scultura, il cui processo di realizzazione era stato pubblicato sul sito dell'università: "La porchetta, alimento tipico laziale, ironico e beffardo! Capace di alimentare la goliardia, ma anche di generare confronto. Il cibo degli opposti: popolare e nobile, democratico e monarchico, papalino e infernale. Sono le anime di una città che si ricercano passeggiando, informandosi, conoscendo. Spinti da un desiderio di scoperta e di condivisione reale. La porchetta è il cibo di cui si parla anche quando si mangia. L’opera realizzata in travertino, a riprendere la raffigurazione degli animali tipica dell’arte romana classica, celebra questa tradizione".
Incredibilmente non sono stati solo i gruppi animalisti a protestare contro la statua della porchetta. Anche i politici hanno commentato l'opera del giovane artista, tanto che il ragazzo – in un'intervista rilasciata a la Repubblica – si è detto sorpreso di tanto clamore da parte del mondo istituzionale. "I gusti sono gusti, può piacere e non piacere, mi sono anche beccato insulti – ha dichiarato – Ma non sono contento dell'interpretazione totalmente travisata e della strumentalizzazione dell'arte, che è quello che di più amo al mondo".