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Vandalizzata la casa delle donne Lucha y Siesta: feci sulla serratura, indaga la polizia

Ignoti hanno vandalizzato, nel giorno del corteo transfemminista, la casa delle donne Lucha y Siesta. “Noi ci abbiamo messo un minuto a ripulire tutto, come abbiamo ripulito questo luogo – hanno dichiarato le attiviste -. L’odore che avete addosso non ve lo toglierete mai.
A cura di Natascia Grbic
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La casa delle donne Lucha y Siesta è stata vandalizzata. Ad annunciarlo sono state le stesse attiviste che questa mattina hanno trovato la serratura sporca di escrementi e i manifesti per il corteo di Non Una di Meno strappati. Stamattina a Lucha y Siesta c’è lezione del corso per operatrici* antiviolenza", hanno dichiarato in un comunicato. "Stamattina siamo arrivatə e abbiamo trovato il cancello aperto con la serratura coperta di escrementi, il sacchetto pieno davanti e il manifesto per il corteo di Non Una Di Meno – Roma strappato".

Chi sia stato a compiere un gesto del genere non è chiaro. "Invitiamo tuttə a curare gli spazi di sicurezza e serenità che abbiamo conquistato e a condividere se ci sono minacce e atti persecutori come questo. Non intendiamo sottovalutare niente. In sedici anni una cosa del genere non ci era mai successa: ci sembra un netto segnale di quanto il contesto e le persone siano cambiate; c’è ora quindi chi considera legittimo vandalizzare una casa delle donne che si occupa di contrasto alla violenza di genere".

Sul caso indagano gli agenti della Polizia di Stato. "Che viviamo in un periodo di merda lo sapevamo già; che spesso si arrivi a Lucha dopo aver attraversato lo schifo, lo sapevamo già. Sono sedici anni che siamo qui: dietro quel cancello c’è un giardino rigoglioso e una Casa piena di vita. Lo capite da soli che cosa ci facciamo con la vostra merda. È deprimente pensare all’impegno che ci avete messo su quella serratura. Noi ci abbiamo messo un minuto a ripulire tutto, come abbiamo ripulito questo luogo. L’odore che avete addosso non ve lo toglierete mai. Adesso passiamo le nostre competenze alle operatrici* di domani e più tardi veniamo a riempire Roma di autodeterminazione, rispetto e transfemminismo".

Solidarietà a Lucha y Siesta è venuta anche dal mondo della politica istituzionale. Monica Lucarelli, assessora alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità di Roma Capitale, ha dichiarato che "non dobbiamo sottovalutare questi segnali di cambiamento nel contesto sociale. È essenziale che tutta la comunità si unisca per condannare fermamente quanto successo e per sostenere chi lavora per un mondo più giusto e sicuro per tutte e tutti". Amedeo Ciaccheri, presidente dell'VIII Municipio, ha chiamato in causa la Regione Lazio: "Servirebbe che anche la Regione Lazio che in questi anni ha messo in difficoltà questa realtà così importante, si esprimesse a suo sostegno e ne garantisse la sua serenità per il lavoro che svolge nella città da qui al futuro".

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