Valeriani a Raggi: “Irresponsabile, Ama non è neanche più in grado di raccogliere rifiuti da terra”
L'assessore al Ciclo dei Rifiuti della Regione Lazio Massimiliano Valeriani risponde all'intervista rilasciata dalla sindaca di Roma Capitale Virginia Raggi a Fanpage, in cui difende il suo operato di fronte all'emergenza, accusando ancora una volta la Pisana di essere la responsabile delle tonnellate di rifiuti nelle strade della città. Una versione dei fatti che Valeriani respinge con forza, spiegando che la Regione Lazio è pronta a procedere con il commissariamento dentro i termini di legge.
La sindaca Raggi a Fanpage ha dichiarato “Sapete quante discariche ci sono nel Comune di Milano? Zero, sono tutte in provincia. Quindi non capisco questo accanimento di Zingaretti su Roma". Che ne pensa?
Roma è la città più grande città d’Italia, ha una dimensione per estensione difficilmente paragonabile a qualsiasi altra città europea. È un paradosso affermare che una città così grande, con l’area agricola urbana più grande d’Italia, non abbia siti compatibili con una discarica. Questa oltre a essere una cosa non ver,a è un’offesa per tutte quelle comunità virtuose nella gestione dei propri rifiuti che devono farsi carico dei rifiuti di Roma ormai da troppi anni. Inviare poi i rifiuti in Europa o in altre regioni ha dei costi pazzeschi, come ben sanno i romani che pagano la Tari più alta in Italia.
Il Campidoglio insiste sulla riapertura delle discariche Roccasecca e Colleferro, perché non si può fare?
Le discariche servono per chiudere il ciclo dei rifiuti. La Regione Lazio sostiene una cosa semplice, che ogni Ato ogni ambito ottimale, e soprattutto Roma che produce il 65% dei rifiuti della regione, devono essere autonomi. Lo dice il Piano regionale dei rifiuti, votato pochi mesi e che ricordiamo ha forza di legge, ma lo dicono anche le direttive europee. È singolare che la sindaca continui a parlare di come riempire e intasare tutti gli impianti del Lazio e non solo, ma non si preoccupi di quelli che deve realizzare nella città che governa. È questa l’anomalia, parla degli impianti di tutti ma non di quelli che deve realizzare.
Cosa pensate della scelta di riaprire la discarica di Albano per 180 giorni?
È una scelta che riteniamo sbagliata, l’ha fatta in autonomia nel suo ruolo di sindaca della Città Metropolitana derogando alle autorizzazioni ambientali. Una decisione che risponde sempre alla stessa logica: occupare tutti gli spazi in impianti di altri comuni, guadagnare tempo più possibile, ma non pensare a come chiudere il ciclo dei rifiuti di Roma. Gli impianti, le discariche vanno bene, basta che siano degli altri: negli ultimi quattro anni l’amministrazione capitolina ha riempito con 3 milioni e 870mila tonnellate di rifiuti gli impianti del Lazio. Per capirci con tutti quei rifiuti si sarebbe riempito quattro volte lo Stadio Olimpico. Perseverare con questo schema è inconcepibile. Se Roma non ottempera ai suoi obblighi, come abbiamo scritto dopo la sentenza del Tar, scatteranno i poteri sostitutivi: basta con la capitale sporca e lercia, è un’offesa ai romani e a tutti gli italiani.
In questo continuo rimpallo di responsabilità l’impressione è che i cittadini siano disorientati di fronte a un’esigenza semplice: avere una città pulita e un servizio funzionante…
La cosa inaccettabile è che Raggi non si assume mai una responsabilità, è sempre colpa degli altri. Noi abbiamo alle spalle cinque anni buttati. Lo dicono i numeri: la sindaca ha cambiato quattro assessori ai rifiuti, otto amministratori dell’Ama, approvato 3 o 4 piani industriali ognuno diverso dall’altro, per quattro anni di fila non hanno approvato i bilanci dell’Ama, la raccolta differenziata negli ultimi mesi ha addirittura fatto passi indietro. Ovunque nel Lazio l’indice della differenziata migliora, tranne che a Roma, non c’è un problema nella gestione dei rifiuti nel Lazio c’è un problema della gestione dei rifiuti a Roma. Cinque anni fa Raggi diceva che avrebbe portato la differenziata al 70%, ora siamo quasi al punto di partenza: di questi fatti la sindaca dovrebbe prendersi la responsabilità, ma certificherebbero il fallimento delle politiche sui rifiuti. Se non si fa la differenziata, aumenta il bisogno di discariche, se non si fanno gli impianti, aumenta il bisogno di discariche
Dalla chiusura di Malagrotta cosa è andato storto? Perché Roma non ha chiuso il ciclo dei rifiuti?
Perché tutto viene raccontata al contrario. La Regione non fa gli impianti, la Regione individua gli impianti che servirebbe realizzare, ma poi questi vengono realizzati dai comuni o dai soggetti privati. Roma produce 3 milioni di tonnellate di rifiuti al giorno, ha l’azienda municipalizzata più grande d’Italia con un bilancio di centinaia di milioni di euro l’anno, un’azienda ricchissima che non realizza gli impianti: è questa l’anomalia. La Regione Lazio ha definito gli impianti che servono, addirittura siamo pronti a finanziare quelli di proprietà pubblica. Vi do una notizia: in cinque anni questa amministrazione non ci ha chiesto un centesimo per l’impiantistica. Per fortuna questa esperienza amministrativa è al capolinea.
Quali passi servono per uscire dalla continua emergenza dei rifiuti a Roma?
È ingiustificabile quello che sta accadendo. In questo momento non c’è un problema di sbocchi per i rifiuti, i rifiuti rimango a terra perché Ama è talmente sgangherata che non riesce a raccoglierli da terra. Non c’è altra strada percorribile per il comune deve decidere dove realizzare gli impianti nel territorio di Roma Capitale, si tratta di un dovere morale oltre che di ottemperare a una legge.