Vaiolo delle scimmie, un caso a Sabaudia: è il primo nel Lazio fuori da Roma
Un caso di vaiolo delle scimmie è stato registrato a Sabaudia, in provincia di Latina. È la prima volta che si riscontra un contagio nel Lazio di ‘monkeypox‘ che non riguardi Roma. Secondo le informazioni apprese si tratta di un uomo di quarant'anni, che è stato ricoverato nel reparto di Malattie Infettive all'ospedale Santa Maria Goretti, è stato sottoposto a terapia e le sue condizioni di salute non destano preoccupazione. La Asl di Latina ha fatto sapere che "il Dipartimento di prevenzione ha effettuato le attività necessarie per il tracciamento e la gestione dei contatti e la situazione è sotto stretto controllo – si legge nella nota – Ad oggi non sono stati rilevati altri casi nella nostra provincia". E ha aggiuto che: "Il Dipartimento di prevenzione dell'Asl di Latina ha individuato tutti i contatti e gestito tutte le persone risultate a rischio, esclusivamente adulti, dalle quali sono stati esclusi soggetti di età pediatrica". Quindi tra le persone in isolamento non ci sono bambini.
L'ultimo caso a Roma è un paziente di ritorno dalle Canarie
L'ultimo caso registrato a Roma di vaiolo delle scimmie nelle scorse settimane è un paziente di ritorno dalle Canarie. Il contagio è stato accertato dall'Istituto nazionale di Malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma. A comunicarlo in una nota lo scorso 25 maggio l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato. "Ho avuto notizia di un sesto caso di vaiolo da scimmie preso in carico dall’Istituto Spallanzani con un link di ritorno dalle Canarie". D'Amato ha inoltre reso noto che: "Attualmente sono quattro i ricoverati tutti in buone condizioni cliniche. Uno è seguito a domicilio. L’altro è il caso toscano. Prosegue l’indagine epidemiologica. Nessun allarme, ma il sistema di sorveglianza infettivologica è in stato di massima attenzione".
Il virus del vaiolo delle scimmie è presente nel liquido seminale
Il virus responsabile del vaiolo delle scimmie può essere presente nel liquido seminale di una persona contagiata e replicarsi. È quanto scoperto dagli infettivologi dell'Istituto nazionale di Malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, i primi a dimostrare che in coltura cellulare il virus può infettare e replicarsi in laboratorio. I ricercatori hanno appunto studiato il liquido seminale di sei dei sette pazienti e le ricerche sono in corso, per capire come venga trasmesso da persona a persona.