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Vaiolo delle scimmie: un caso a Roma. Scattata l’indagine epidemiologica

Il primo paziente contagiato delle scimmie si trova a Roma ed è ricoverato all’Istituto Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani: avviata l’indagine epidemiologica.
A cura di Beatrice Tominic
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Spallanzani, foto da Facebook.
Spallanzani, foto da Facebook.

Si trova a Roma il primo paziente italiano che ha contratto il vaiolo delle scimmie dopo essere rientrato da un viaggio alle Isole Canarie: dopo essersi presentato all'Umberto I, una volta indicato come contagiato, è stato trasferito nel reparto di malattie infettive all’Istituto Spallanzani dove è ricoverato. Nel frattempo sono partite nuove indagini su altri due casi sospetti di vaiolo delle scimmie. Come ha dichiarato in una nota lo stesso Spallanzani, il Mokeypox virus è stato rapidamente identificato con tecniche molecolari e di sequenziamento genico dai campioni delle lesioni cutanee.

Il paziente affetto dal virus, adesso è ricoverato in isolamento, in discrete condizioni generali: sono in corso anche le varie indagini epidemiologiche e il tracciamento dei contatti. "Altri due casi sospetti sono in fase di accertamento – fanno sapere dallo Spallanzani – Al momento i tre casi osservati e gli altri casi verificatisi negli altri paesi europei e in Nord America non presentano segni clinici di gravità. La trasmissione può avvenire attraverso le goccioline di saliva e i contatti con le lesioni o i liquidi biologici infetti."

La nota dell'assessore D'Amato

Poco fa l'assessore alla Salute della Regione Lazio, Alessio D'Amato, ha diramato una nota a riguardo: "È stata avviata l’indagine epidemiologica sul primo caso di vaiolo da scimmie in Italia – ha comunicato – Sono stati messi a disposizione i nostri migliori professionisti, i cosiddetti cacciatori di virus, che stanno ricostruendo tutto l’albero dei contatti. Sono già stati isolati i primi contatti stretti con precise indicazioni e prescrizioni."

Poi ha specificato: "Non sarà fornita a nessuno alcuna indicazione né di luoghi né nominativa, nel massimo rispetto della privacy, al fine di favorire la massima collaborazione. L’Istituto Spallanzani su questo ha una grandissima esperienza e avrà a disposizione la collaborazione di tutte le nostre aziende sanitarie locali."

Il vaiolo delle scimmie

Quello che si sta studiando in queste ore è soltanto il primo caso di vaiolo delle scimmie riscontrato nel nostro Paese. Questa malattia, però, non è sconosciuta all'Europa: in breve tempo, in Spagna e in Portogallo, si contano decine di casi sospetti o confermati, tanto che è scattata l'allerta sanitaria nazionale. La malattia, che ha già iniziato a diffondersi nel Regno Unito, anche in pazienti che non effettuato viaggi in nazioni a rischio, è conosciuta anche come monkeypox, è endemica in Africa Occidentale, ma fino ad ora era praticamente assente nel Vecchio Continente. Identificata nel 1958, questa malattia può essere trasmessa attraverso un morso o il contatto diretto con sangue, liquidi organici o lesioni di un animale infetto, come specificato dall'ISS. Il rischio di trasmissione fra umani resta piuttosto basso, come ha sottolineato il dottor Colin Brown, Direttore delle Infezioni Cliniche ed Emergenti dell'UKHSA, che ha dichiarato: “È importante sottolineare che il vaiolo delle scimmie non si diffonde facilmente tra le persone e il rischio complessivo per il pubblico in generale è molto basso”.

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