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Vaccino Coronavirus, D’Amato: “Nel Lazio la prima dose somministrata il 15 gennaio”

L’assessore alla Salute della Regione Lazio illustra la road map della campagna di vaccinazione contro il coronavirus che partirà dopo Natale. I primi a essere coinvolti saranno medici e ospiti Rsa, poi anziani e soggetti a rischio. “La prima dose il 15 gennaio a un’infermiera donna come a New York”.
A cura di Redazione Roma
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L'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, descrive iter e tempi per la vaccinazione a Roma e nelle altre province. Mentre sono in arrivo 1200 medici e infermieri per sostenere la campagna vaccinale senza sguarnire ospedali e reparti covid e non, la macchina organizzativa è già partita in attesa del via libera definitivo alla somministrazione da parte delle autorità farmacologiche e sanitarie competenti a livello europeo. Saranno coinvolti anche medici di base e pediatri, ma la capacità di somministrare il vaccino a 1 milione di cittadini al mese dovrà essere sostenuta anche dagli arrivi e la puntualità delle

Intanto una data: il 15 gennaio dovrebbe essere somministrata la prima dose, forse coordinando questa data "a livello europeo". La prima persona a cui sarà inoculato il vaccino nel Lazio "sarà una donna e sarà un’infermiera. Proprio come a New York", ha spiegato D'Amato precisando che in questa prima fase saranno vaccinate precisamente 202.384 persone e "ognuno riceverà sia la prima che la seconda dose del vaccino Pfizer", che saranno somministrate entro quattro settimane.

Il primo segmento di popolazione a essere vaccinata sarà il personale sanitario e gli ospiti delle Rsa, "sarà su base volontaria" ma le autorità si augurano "ci sia piena adesione". Dopo i pazienti delle Rsa e il personale si procederà con i soggetti più deboli e per classi d'età, a cominciare dai più anziani ed esposti. Per quanto riguarda il personale sanitario su circa 168.000 unità già hanno risposto in 152.000 dichiarandosi pronti a essere vaccinati.

"Le priorità riguardano le classi d’età e abbiamo fatto un gran lavoro per classificarle: ci sono ad esempio 178mila ultra 85enni e altrettanti 75enni-84enni.  – illustra D'Amato – Ci sono persone fragili che avranno la priorità: penso ad esempio a chi ha patologie croniche, ai trapiantati, ai malati oncologici, ai cardiopatici. È importante avere a disposizione ulteriori piani".

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