Va in ospedale con il cadavere della moglie, Giulio Camilli l’avrebbe uccisa colpendola con una padella
Rosa D'Ascenzo era morta almeno tre ore prima che suo marito, Giulio Camilli, la portasse all'ospedale di Civita Castellana. Erano le 22 di lunedì 1 gennaio quando il 73enne di Sant'Oreste (Roma) ha detto ai medici che la moglie era "caduta dalle scale". Le ferite che la 71enne aveva alla testa e agli arti, però, non risultavano compatibili con il racconto dell'uomo, così sono stati allertati i carabinieri che poche ore dopo hanno fermato Camilli con l'ipotesi di reato di omicidio aggravato. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato il 73enne a uccidere la moglie, probabilmente colpendola più volte con una padella in cucina.
La coppia viveva in condizioni igienico-sanitarie disastrose
Camilli e D'Ascenzo vivevano ormai da 25 anni in un casolare a Sant'Oreste, un paese di campagna a circa 50 chilometri di distanza da Roma. Allevavano animali e coltivavano la terra, ma tutti erano a conoscenza delle loro condizioni igienico-sanitarie alquanto precarie. Come riporta Il Messaggero, anche il sindaco Gregory Paolucci si era mosso in passato insieme ai servizi sociali, all'Asl e ai veterinari, ma Camilli e D'Ascenzo avevano deciso di vivere in quel modo e non volevano spostarsi di lì.
Il 73enne, chiamato anche "Capelli impicciati", era conosciuto anche per il suo carattere burbero, litigioso. Anche per questo motivo qualche anno fa gli erano stati ritirati i fucili. Tuttavia, a suo carico non risultano denunce né interventi da Codice Rosso.
Le tracce di sangue trovate nel casolare
I carabinieri della Stazione di Rignano Flaminio e della Compagnia di Bracciano si sono attivati nella serata di lunedì 1 gennaio su segnalazione dei medici dell'ospedale di Civita Castellana. Camilli gli aveva portato il corpo già senza vita della moglie parlando di un incidente domestico, ma le ferite profonde e concentrate sulla testa della 71enne hanno fatto subito dubitare i sanitari.
Arrivati al casolare di Sant'Oreste, i militari hanno trovato tracce di sangue soprattutto su diversi utensili della cucina. La Scientifica li ha repertati tutti, in particolare una padella che potrebbe essere stata l'arma del presunto delitto.
L'ipotesi è che Camilli e D'Ascenzo abbiano litigato, anche a causa dei problemi di salute e di memoria della donna, e che alla fine la discussione sia degenerata nell'aggressione. In attesa di ulteriori sviluppi nelle indagini, coordinate dalla Procura di Tivoli, il 73enne è stato sottoposto a fermo perché sussisterebbe il pericolo di fuga. Nelle prossime ore Camilli sarà sentito dal gip per l'interrogatorio di convalida.