Va all’ospedale per un mal di gola e muore al pronto soccorso. La famiglia: “Giudicato codice bianco”
Un uomo di quarantaquattro anni è morto la notte di Capodanno al pronto soccorso dell'ospedale San Camillo di Roma, dove si era recato per un forte mal di gola. Si chiamava Francesco De Paolis: sul corpo dell'uomo è stata disposta l'autopsia per fare chiarezza su quanto accaduto e capire se quella morte poteva essere evitata. La famiglia dell'uomo, riporta Il Messaggero che ne dà notizia, si è rivolta a un avvocato e ha sporto denuncia ai carabinieri di Porta Portese.
"Francesco non si sentiva tanto bene, aveva mal di gola – ha raccontato la compagna dell'uomo al quotidiano romano – Ma la cose di per sé non ci aveva allarmato troppo, visto che io stessa avevo avuto le placche alla gola e la nostra bambina aveva preso una influenza. Solo che nel corso della giornata del 31, Francesco cominciava a non deglutire bene, si sentiva tanto la gola arrossata. È allergico a un tipo di antibiotico, aveva preso uno spray senza avere sollievo, allora, per sicurezza, abbiamo detto ‘meglio andare in pronto soccorso'. È andato da solo perché con la bambina piccola non era il caso di accompagnarlo".
Secondo quanto riportato dalla donna, De Paolis è stato fatto accedere al pronto soccorso con il codice bianco, quello che si dà ai casi meno urgenti. Risultato negativo al tampone per il covid, è stato fatto accomodare in sala d'attesa. Dove, dopo un po', si è sentito sempre più male. Non sentendolo più da due ore, la compagna si è preoccupata e ha cercato di mettersi in contatto con l'ospedale, che l'ha informata dell'aggravarsi della situazione. Si è precipitata quindi al San Camillo, dove Francesco De Paolis era stato intubato: morirà poco dopo sotto i suoi occhi.
La famiglia del 44enne ha sporto denuncia, mentre dall'ospedale si dicono "fiduciosi dell’operato del personale sanitario che ha fornito assistenza al paziente durante la sua repentina e grave evoluzione, purtroppo culminata col decesso". "Bisognerà verificare se De Paolis ha avuto assistenza e cure adeguate e tempestive, a partire da una corretta assegnazione del codice al triage – ha dichiarato a Il Messaggero Cesare Antetomaso, l'avvocato della famiglia – Invitiamo altri pazienti presenti quella sera a farsi avanti se avessero notizie utili".