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Olimpiadi Tokyo 2020

Una buona notizia per Roma: le prossime Olimpiadi si terranno a Parigi

Le Olimpiadi di Tokyo hanno dimostrato (se ce ne fosse ancora bisogno) che i Giochi sono un pessimo affare per le città ospitanti e la spesa pubblica. Il ritiro della candidatura di Roma a ospitare le Olimpiadi del 2024 è stato l’atto più politicamente significativo, coraggioso e coerente della sindaca Virginia Raggi in cinque anni di governo.
A cura di Valerio Renzi
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Si sono conclusi ieri i Giochi olimpici di Tokyo, con la consueta sfilata finale e il passaggio di testimone con la prossima città ospitante della manifestazione iridata. È iniziato così il lungo viaggio che porterà la fiaccola a Parigi nel 2024. E in tantissimi, politici, commentatori e giornalisti, non hanno potuto fare a meno di notare che al posto della sindaca di Parigi Anne Hidalgo, ci sarebbe potuta essere la prima cittadina di Roma Virginia Raggi.

In cinque anni di governo della città il ritiro della candidatura della capitale come città ospitante dei Giochi, continua a essere forse l'unica decisione politicamente coraggiosa della sindaca Raggi, e davvero coerente con le promesse con cui il Movimento 5 Stelle è arrivato al governo della città. Un gran rifiuto motivato in modo semplice: Roma non si può permettere i Giochi olimpici, che continuano a essere macchine che creano debiti e dissestano le casse pubbliche, più che un volano per la crescita e la sviluppo.

E anche il bilancio dei giochi in Giappone sembra confermare queste premesse: secondo diversi esperti le olimpiadi del Sol Levante sono costate (complice anche il Covid) il 400% in più del budget originario, un investimento con un saldo nettamente negativo. Secondo uno studio dell'Università di Oxford dal 1960 i giochi sono costati in media il 172% in più del bilancio iniziale, ed è cosa nota come il default della Grecia ha avuto il suo avvio proprio con le spese delle olimpiadi del 2004. Secondo Andrew Zimbalist, professore di economia allo Smith College e autore di diversi libri sull'economia (disastrosa) dei grandi eventi sportivi ed in particolare delle Olimpiadi, i giochi saranno una catastrofe economica per il Giappone, con un passivo di 35 miliardi di dollari, una perdita solo in minima parte imputabile alla pandemia.

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Zimbalist, in una recente intervista per la newsletter del New York Times DealBook, ha fatto notare ai giornalisti che lo interrogavano sulla ragione per la quale le città continuano a fare a gara per ospitare le Olimpiadi nonostante la mole di dati e lavori a supporto della loro insostenibilità, che sono sempre di più le città che in corsa cambiano idea, tra cui proprio Roma. "Se torni indietro di quattro o cinque Giochi Olimpici, in modo coerente hai diverse città europee che abbandonano le loro offerte a causa di un plebiscito o perché i loro residenti hanno votato: "No, non vogliamo farlo". Guardano il bilancio, che è negativo in modo schiacciante. Osservano le conseguenze sociali e ambientali. La risposta del Comitato Olimpico a questa tendenza è stata l'introduzione di alcune tiepide riforme. Una delle quali è stata di mettere tutte le offerte a porte chiuse. Sono stanchi di essere imbarazzati dall'abbandono delle città. Quindi il processo è ora riservato".

E allora perché sulla carta le previsioni sono sempre così ottimistiche? Zimbalist punta il dito contro il lavoro di lobbying di diversi attori economici e politici, che dai giochi hanno invece tutto da guadagnare, in particolare il settore bancario e delle costruzioni: "Assumono una società di consulenza per fare uno studio di impatto economico, che utilizza una metodologia errata e fa alcune ipotesi irrealistiche". Insomma le Olimpiadi sono ancora un affare in perdita per i cittadini e le casse pubbliche, lasciando dietro di loro enormi debiti e buchi di bilancio, oltre a enormi cattedrali nel deserto. E Roma ha già abbastanza di guai per i fatti suoi, se la sindaca avesse dimostrato lo stesso coraggio e determinazione non solo nel dire "no" alle Olimpiadi, forse oggi qualcuno in più dei problemi della città lo avremmo risolto.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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