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Un piano da 60 milioni per salvare i laghi di Nemi e di Castel Gandolfo, sempre più a secco d’acqua

Interventi da sessanta milioni di euro complessivi per tutelare i laghi di Nemi e di Castel Gandolfo. L’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Centrale le prime soluzioni per salvare i due bacini dei Castelli Romani.
A cura di Enrico Tata
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Foto Fb 'Salviamo il Lago Albano'
Foto Fb ‘Salviamo il Lago Albano'

Un programma di quindici interventi e sessanta milioni di euro complessivi per salvare i laghi di Nemi e di Castel Gandolfo. A gennaio 2024 l'Autorità di Bacino distrettuale dell'Appennino Centrale ha istituito un tavolo tecnico e ieri ha presentato un piano con le prime soluzioni, il cui obiettivo è, con le parole dell'Autorità, quello di "tutelare le risorse idriche e proteggere gli ecosistemi dei laghi di Albano e Nemi, ridurre le perdite e migliorare l’efficienza delle infrastrutture idriche del territorio, indicare gli interventi e coordinare i soggetti coinvolti".

Nello specifico gli interventi consentiranno di ridurre la pressione sui due laghi di oltre 5 milioni di metri cubi di acqua all'anno. Alla presenza dell’Assessore Regione Lazio Manuela Rinaldi, dei sindaci di Nemi e Castel Gandolfo Alberto Bertucci e Alberto De Angelis, del DG di Acea Ato2 Marco Salis e di quello di ANBI Massimo Gargano, il Segretario generale dell’Autorità di Bacino, Marco Casini, ha spiegato che la difficoltà dei due laghi dei Castelli Romani siano dovute ai cambiamenti climatici, ma anche al progressivo aumento della popolazione (da 210mila abitanti negli anni '70 a 356mila nel 2023) e all'impermeabilizzazione del suolo. Il combinato disposto di questi fattori ha determinato l'abbassamento delle acque nei laghi.

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“Per l’effetto congiunto di fenomeni climatici come l’aumento delle temperature, e ambientali come l’aumento della popolazione, da molti anni il livello dell’acqua dei laghi di Albano e Nemi è in progressivo calo, con un fenomeno osservabile da tutti. È già accaduto, ma in questa occasione il Tavolo Tecnico riunisce e coordina tutti i soggetti, affinché si possano fornire risposte di tipo preventivo, in un’ottica di lungo periodo a tutela sia dei due bacini, ma anche delle falde sottostanti e di tutta la popolazione", le parole del segretario Casini.

Grazie agli interventi in programma, tuttavia, si riuscirà a recuperare oltre 5 milioni di metri cubi d'acqua all'anno in un arco di 24-36 mesi. L'Autorità conta di reperire i fondi già a partire dal 2025. In più sono già in corso interventi da parte di Acea Ato 2 "per efficientare il servizio abbassando la percentuale di perdite con una riduzione del prelievo dall’ambiente per oltre 80 l/s ovvero oltre 2,5 milioni di m3/anno nonostante l’incremento di domanda finale) e aumentando l’approvvigionamento da altre reti acquedottistiche mediante nuove connessioni".

A Castel Gandolfo il simbolo visibile dell'abbassamento dell'acqua del lago è rappresentato dai piloni in cemento armato sistemati a pelo d'acqua per le Olimpiadi di Roma 1960. Oggi sono emersi di oltre 7 metri, come si vede nella fotografia postata su Facebook da Massimo Morassut Farelli. Il Comune si avvia ad abbatterli per ragioni di sicurezza.

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