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Omicidio Marco Vannini

Un murales per Marco Vannini: il ricordo nella sua scuola a Cerveteri

L’Istituto Enrico Mattei di Cerveteri ha realizzato un murales dedicato a Marco Vannini, un ex studente dell’istituto che è stato poi ucciso da un colpo di pistola nel 2015.
A cura di Simona Berterame
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Un murales dedicato a Marco Vannini e realizzato nella scuola che ha frequentato prima di essere ucciso.  L’Istituto Enrico Mattei di Cerveteri ha voluto così rendere omaggio il giovane ucciso a soli 20 anni nel 2015, mentre si trovava a casa dei suoceri

Sul lato sinistro del murales c'è il volto del ragazzo sorridente, sullo sfondo il mare con un arcobaleno e una scritta in corsivo: "Marco se potessi far tornare indietro il mondo, farei tornare indietro poi senz'altro te. A te che sei parte dell'immenso". L'opera, realizzata dall’artista Alessio Gazzola, è stata inaugurata questa mattina alla presenza di numerosi studenti, dei genitori Marina e Valerio Vannini ma anche tanti amici ed ex compagni di classe di Marco.

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Il processo e le condanne

La famiglia Ciontoli è stata condannata in via definitiva nel 2021, ritenuta responsabile della morte di Marco Vannini. A premere accidentalmente il grilletto sulla pistola che ha ferito mortalmente il ventenne di Cerveteri dieci anni fa è stato il capofamiglia, Antonio Ciontoli, condannato in Cassazione a quattordici anni di carcere per omicidio volontario con dolo eventuale. Gli altri membri della famiglia, sua moglie Maria Pezzillo e i due figli Martina e Federico, sono stati invece condannati a nove anni e quattro mesi in concorso.

Secondo i giudici si sarebbe potuto salvare se la famiglia Ciontoli avesse chiamato subito i soccorsi, dicendo chiaramente che il ragazzo era stato colpito da un colpo d'arma da fuoco. Le bugie hanno innescato invece una spirale di ritardi e incomprensioni, ritardando l'arrivo dei sanitari e le cure necessarie, fino a portarlo alla morte.

Da poco tempo Martina, fidanzata di Marco all'epoca della tragedia, ha ottenuto il permesso di uscire dal carcere per lavorare nel bar interno alla Scuola superiore per l’Educazione penale "Piersanti Mattarella", perché ha scontato un terzo della pena.

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