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Ultimo appello per Roma, il Giubileo deve cancellare la figuraccia Expo: la sfida di Gualtieri

Non solo il Giubileo sarà l’ultima possibilità per Roma di recuperare prestigio internazionale, ma sarà anche l’ultimo appello per il suo sindaco. Roberto Gualtieri, infatti, alle elezioni amministrative del 2026 (a meno di imprevisti) dovrà fare i conti con il giudizio dei romani sui suoi cinque anni di governo.
A cura di Enrico Tata
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L'ultimo appello per Roma. Nonostante la figuraccia internazionale rimediata con la candidatura ad ospitare Expo 2030, naufragata nel peggiore dei modi, la Capitale deve provare, con uno slancio d'orgoglio dei suoi amministratori, a farsi trovare pronta al prossimo evento internazionale: il Giubileo del 2025. Non solo sarà l'ultima possibilità per la città di recuperare prestigio internazionale, ma sarà anche l'ultimo appello per il suo sindaco. Roberto Gualtieri, infatti, alle elezioni amministrative del 2026 (a meno di imprevisti) dovrà fare i conti con il giudizio dei romani sui suoi cinque anni di governo.

E allora da dove può ripartire Roma? In primo luogo dal turismo, soprattutto quello internazionale. I numeri del 2023 in questo settore sono lusinghieri per la Capitale italiana, che è riuscita, mai come ora, ad attrarre visitatori da tutto il mondo. In secondo luogo Roma può ripartire dai cantieri, che tanti disagi stanno creando in queste settimane ai cittadini. Ma i ‘lavori in corso', finalmente, raccontano una città che vuole trasformarsi. E proprio ‘Roma si trasforma' è lo slogan scelto dal sindaco Gualtieri per presentare il suo secondo rapporto alla città.

Quei cantieri, che adesso significano disagi e traffico, devono trasformare la Capitale. A patto (e non è affatto scontato) che i lavori finiscano, almeno per quanto riguarda le opere fondamentali, in tempo per l'inizio dell'anno giubilare. Sappiamo già che saranno molto più lunghi i lavori per la Metro C in piazza Venezia, ma per il Giubileo dovrebbe aprire almeno la nuova stazione dell'Amba Aradam.

C'è poi il cantiere di piazza Pia, che cancellerà la separazione tra via della Conciliazione e Castel Sant'Angelo. E ancora è prevista l'inaugurazione della prima tratta della TVA, la tramvia Termini-Vaticano-Aurelio, e il rifacimento di piazzale dei Cinquecento, davanti alla stazione Termini. E poi sarà completato il rinnovo dei binari della Metro A e parte delle revisioni dei treni di tutte e tre le linee. Ci sono, infine, i cantieri del termovalorizzatore di Santa Palomba e dello stadio della Roma che, è la speranza dell'amministrazione, dovrebbero partire entro il prossimo anno.

Insomma, se l'amministrazione riuscirà a portare a termine i cantieri, Roma potrà cancellare, almeno in parte, il disastro della candidatura Expo. Se così non sarà, la Capitale italiana è destinata a percorrere ancora la strada di un lungo ma inesorabile declino, economico e sociale, iniziato con la crisi del 2008 e mai terminato. I fondi per il Giubileo e quelli del Pnrr (purtroppo non quelli destinati a Expo) possono cambiare il volto della città e invertire la rotta.

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Sono giornalista professionista dal 2015 e mi occupo della cronaca di Roma su Fanpage.it. Ho fatto stage a Repubblica.it, Radio Radicale, ho fondato e diretto la web radio 'Radio Libera Tutti' e sono diventato giornalista pubblicista, nel 2010, collaborando con il settimanale locale 'Velletri Oggi'. Ho frequentato la Scuola di Giornalismo Walter Tobagi/Ifg dell'Università Statale di Milano, ho ricevuto una borsa di studio finanziata da Google per l'eccellenza nel giornalismo e ho vinto il concorso 'Una storia ancora da raccontare: Peppino Impastato', organizzato dal Festival Internazionale del Giornalismo.
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